Ecco dove potrai trovare le farine di insetti negli alimenti e cosa prevedono i decreti del governo

Il governo Meloni ha da poco firmato quattro decreti interministeriali per regolare l’etichettatura degli alimenti con farina di insetti. Ecco cosa prevedono, in quali alimenti potrai trovare queste farine e cosa prevede il regolamento dell’Unione Europea.
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Francesco Castagna 24 Marzo 2023

"Quando parliamo di cibo, siamo persone e non consumatori. Per questo le nostre scelte devono essere consapevoli e informate sotto tutti i punti di vista", a dirlo è stato, sui suoi social, il ministro dell'Agricoltura e della Sovranità Alimentare Francesco Lollobrigida. Il 23 marzo insieme ai Ministri della Salute, Orazio Schillaci, delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ed il coordinatore nazionale della Commissione Politiche Agricole della Conferenza delle Regioni, l'assessore Federico Caner, il governo ha presentato quattro decreti interministeriali, che introdurranno etichette informative sui prodotti che contengono o derivano da insetti.

La decisione dell'Italia arriva a seguito della decisione dell'Unione europea di dare il via libera, a partire dal 24 gennaio alla farina parzialmente sgrassata di Acheta domesticus, ovvero il grillo domestico, venduta come alimento. Dal 26 gennaio 2023 invece è entrato in vigore il regolamento che ha dato il via libera alle larve di della farina minore, congelate, in pasta, essiccate e in polvere.

A tal proposito, la Coldiretti in una nota sul suo sito ha fatto sapere che: "Al di là della normale contrarietà degli italiani verso prodotti lontanissimi dalla cultura nazionale, l’arrivo sulle tavole degli insetti – continua la Coldiretti – solleva dei precisi interrogativi di carattere sanitario e salutistico ai quali è necessario dare risposte, facendo chiarezza sui metodi di produzione e sulla stessa provenienza e tracciabilità considerato che la maggior parte dei nuovi prodotti proviene da Paesi extra Ue, come il Vietnam, la Thailandia o la Cina, da anni ai vertici delle classifiche per numero di allarmi alimentari".

Indicazioni

Ma cosa contengono i quattro decreti interministeriali del governo?

I ministri che hanno firmato i decreti, Schillaci, Urso e Lollobrigida, hanno detto di non credere che questi prodotti possano entrare in concorrenza con quelli Made in Italy, ma che in ogni caso ci sia bisogno di un'indicazione chiara per i consumatori. Per questo motivo, si sta pensando già a un'etichettatura con caratteri visibili, contenente dettagli come: la percentuale, la provenienza e le eventuali reazioni allergiche relative alle farine. In realtà sono anni che l'EFSA raccoglie pareri da parte di tutta la comunità scientifica e degli istituti di ricerca, prima di procedere all'autorizzazione di questo tipo di alimenti.

A tal proposito, sul sito dell'Agenzia europea per la sicurezza del cibo vengono raccolti una serie di pareri di diversi esperti del settore, che puoi consultare qui. Tra i pareri compare la prima valutazione completa di un prodotto proposto come alimento derivato da insetti.

Ne riprendiamo uno in particolare, quello di Mario Mazzocchi, esperto di statistica economica e docente presso l'Università di Bologna, perché evidenzia i benefici ambientali derivanti da una scelta del genere. Mazzocchi ha affermato che: "Ci sono chiari vantaggi ambientali ed economici nel sostituire le fonti tradizionali di proteine animali con quelle che richiedono meno mangime, producono meno rifiuti e provocano meno emissioni di gas serra. L'abbassamento di costi e prezzi potrebbe migliorare la disponibilità di alimenti, mentre la nuova domanda creerà nuove opportunità economiche, che potrebbero però interferire con i settori esistenti".

Inoltre questi prodotti, secondo i decreti del governo, dovranno:

  • indicare il luogo di provenienza
  • specificare che le farine potrebbero provocare reazioni allergiche
  • essere posizionati su scaffali dedicati, in un comparto separato e segnalati con cartelloni

Ma in realtà questi insetti sono già presenti in alcuni alimenti, come come pane, cracker, grissini o panini, barrette, prodotti a base di pasta, pizza, cioccolato, preparati a base di carne, di prodotti sostitutivi della carne, ma anche nelle minestre. E dopo l'entrata in commercio potranno essere contenuti anche in altri prodotti, come: biscotti, prodotti secchi a base di pasta farcita e non farcita, salse, prodotti trasformati a base di patate, piatti a base di leguminose e di verdure, pizza etc.

Il ruolo dell'Unione Europea

I decreti dell'Italia devono seguire un iter ben preciso, ovvero passare per la Commissione europea, che deve decidere entro 90 giorni se sollevare dei rilievi o meno in merito ai testi. L'Unione europea infatti potrebbe trovare dei passaggi giuridici su cui fare ricorso, dal momento che le norme sull'etichettatura non sono stabilite dall'Italia ma dall'Unione Europea proprio per il mercato comunitario. Il Regolamento UE 1169/2011 infatti già prevede che "Se vendi cibo o bevande nell'UE, devi fornire informazioni essenziali per consentire ai consumatori di compiere scelte consapevoli in relazione agli alimenti che consumano. Le informazioni richieste devono essere":

  • precise
  • facilmente visibili e comprensibili
  • non fuorvianti
  • indelebili

Inoltre, devono contenere:

  • l'elenco degli ingredienti
  • la quantità
  • le informazioni sugli allergeni

Credit photo: Immagine da By Antti30 – Own work, CC BY-SA 4.0