Ecco il prototipo della prima casa in 3D realizzata in legno e bioresine completamente riciclabile

Un progetto dell’Università del Maine, negli Stati Uniti ha dato vita alla prima casa in legno interamente realizzata in stampa tridimensionale. Per realizzarla è stata impiegata una miscela di fibre di legno, bio resine e cellulosa soffiata. Tutto riciclabile al 100 per cento.
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Gaia Cortese 24 Gennaio 2023

Fibre di legno e bioresine. Per realizzare la prima casa interamente stampata in 3D sono stati utilizzati solo materiali bio-based e questo ne fa non solo un modello di architettura ecosostenibile, ma anche un progetto in grado di trovare una soluzione alla carenza di manodopera e ai problemi della catena di approvvigionamento dei materiali.

Si chiama BioHome 3D ed è stata sviluppata dall’Advanced Structures and Composites Center dell’Università del Maine, nell’ambito di un programma finanziato dal dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti.

Pareti, pavimento e solaio di copertura sono stati stampati in 3D per dare forma a un prototipo di edificio che non si basa sull'utilizzo del calcestruzzo, come di norma succede, bensì su una miscela di fibre di legno, bio resine e cellulosa soffiata.

Tutto ha inizio dal riciclo dei residui di legno abbandonati nelle segherie, che vengono recuperati e macinati in particelle di dimensioni microscopiche; in seguito queste particelle vengono miscelate con bioresine ottenute da prodotti vegetali come il mais. Questo processo non solo è sostenibile al 100 per cento, ma riduce notevolmente la dipendenza da una catena di approvvigionamento ormai piuttosto limitata, che sta determinando costi elevati e limitando l'offerta di alloggi a prezzi accessibili. È quindi comprensibile come sia una necessità impiegare meno tempo per la costruzione in loco e, allo stesso tempo, allestire anche la casa sfruttando la stampa in 3D.

Il prototipo di BioHome 3D garantisce un ottimo isolamento termo-acustico e la resina miscelata è in grado di impermeabilizzare la costruzione e di aumentarne la resistenza agli agenti atmosferici e alla decomposizione. Non solo. Per aumentare il valore di trasmittanza (ossia la capacità del materiale di lasciarsi attraversare dal calore) per l’isolamento delle pareti basta aumentare lo spessore stampato. il prototipo è anche dotato di diversi sensori in grado di rilevare la resistenza termica, i ponti termici, l’integrità strutturale e altri valori fondamentali per un edificio di qualità.

“Sono state sviluppate varie tecnologie per la stampa 3D di abitazioni ma, diversamente da BioHome3D, molte di esse utilizzano il calcestruzzo – ha spiegato il professor Habib Dagher, che ha ideato il progetto con i suoi studenti -. Oltretutto, esse in genere si limitano a stampare in 3D i muri, posti sopra fondazioni realizzate con tecniche convenzionali, e utilizzando normali travi in legno per le coperture. Diversamente dalle tecnologie esistenti, tutta BioHome3D è stata stampata in 3D – compresi i pavimenti, le pareti e il tetto. I biomateriali utilizzati sono riciclabili al 100% in modo che la casa potrà essere completamente riciclata dai nostri nipoti.”