Economia circolare, l’Italia è prima in Europa: ricicliamo il 79% dei rifiuti

Secondo un rapporto di Fondazione Symbola e Comieco, il nostro Paese è al vertice della classifica europea per quanto riguarda il recupero di materia nei cicli produttivi, che ci permette di risparmiare ogni anno 23 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio e l’emissione di 63 milioni di tonnellate di CO2.
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Federico Turrisi 22 Marzo 2021

Qual è il Paese che ricicla di più? Magari stai pensando a qualche stato scandinavo o alla Germania. E invece no: è l'Italia. A dirlo è il recente dossier “L’economia circolare italiana per il Next Generation EU” realizzato da Fondazione Symbola e Comieco (il consorzio nazionale che si occupa del recupero e del riciclo di carta e cartone).

Il tasso di riciclo dei rifiuti in Italia è al 79%, contro una media europea del 38%. Francia e Germania, tanto per avere un metro di paragone, si fermano rispettivamente al 56% e al 43%. La produttività dell'uso delle risorse nel nostro Paese è al 3,64%, rispetto a una media Ue del 2,2% e il tasso di circolarità della materia da noi arriva al 19,3% (la media europea si attesta invece all'11,9%).

In particolare, ottiene ottimi risultati la filiera del riciclo di carta e cartone, con il recupero 4 imballaggi su 5. In generale, l'economia circolare, ovvero far rientrare nei cicli produttivi gli scarti, ha delle ripercussioni positive per l'ambiente, dal momento che ci permette un risparmio annuo pari a 23 milioni di tonnellate di petrolio e a 63 milioni di tonnellate di CO2.

"L'Italia è una superpotenza europea dell'economia circolare", ha affermato il presidente della Fondazione Symbola Ermete Realacci."Questo risultato è costruito non solo sulla nostra storia (siamo un paese povero di materie prime che ha dovuto usare l'ingegno e la creatività), ma anche l'introduzione di "processi innovativi" nel sistema delle imprese e di alcuni modelli di governance, come quello dei Consorzi di riciclo, che si sono dimostrati capaci di generare filiere produttive di qualità". Ricordiamo infatti che la filiera del riciclo nel suo complesso vale più di 70 miliardi di euro e impiega 213mila persone.

Adesso le aziende del settore sperano di poter sfruttare quella grande occasione chiamata Recovery Plan. Nel rapporto di Symbola e Comieco vengono infatti indicate cinque possibili direzioni sulle quali investire i fondi messi a disposizione con il Next Generation EU:

  1. tecnologie avanzate per migliorare la qualità della raccolta differenziata;
  2. decarbonizzazione dei cicli produttivi, soprattutto attraverso i biocombustibili;
  3. creazione di nuovi prodotti a base biologica, riciclati e riciclabili;
  4. digitalizzazione dei processi di gestione delle materie seconde;
  5. realizzazione di hub ferroviari per evitare il trasporto su gomma.

Il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani ha confermato l'impegno a mantenere la leadership nell'economia circolare: "Col Recovery Plan vogliamo mantenere il vantaggio, dobbiamo essere i primi della classe. Dovremo investire su nuove tecnologie, potenziare la nostra capacità di differenziare il rifiuto, di ricavarne energia o altri materiali, di produrre biocarburanti e idrogeno verde", ha aggiunto nel corso del convegno online in cui è stato presentato il rapporto. Sono tre i campi su cui puntare maggiormente, secondo Cingolani: digitalizzazione, logistica, impiantistica. "Per mantenere la leadership internazionale, ci sarà bisogno di ricerca e sviluppo. Infine, dovremo potenziare la nostra capacità di comunicare, di spiegare a tutti, giovani e adulti, quanto sia importante continuare a guardare al domani con una visione aperta", ha concluso il ministro.