Educazione emozionale e apprendimento all’aria aperta, ecco l’Asilo nel Bosco

Paolo ama descriversi come una persona poco convenzionale che preferisce strade impervie e che si fa guidare dall’osservazione, nel rispetto dell’ambiente e del singolo. Nel quotidiano, tra scrittura di libri e impegni formativi, promuove l’idea che ognuno di noi è unico e irripetibile e deve impegnarsi nella propria realizzazione.
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Emanuele La Veglia 13 Settembre 2021

Sono anni che gira in lungo e in largo l'Italia per parlare di discipline affascinanti come l'educazione emozionale e organizzare corsi e laboratori. Paolo Mai è il delegato italiano della Rete Internazionale Educazione Emozionale e Benessere (RIEEB), nonché fondatore del primo Asilo nel Bosco nel nostro Paese, situato a Ostia Antica, nel Lazio. Di che cosa si tratta? Scopriamolo dalle sue parole.

Qual è stato il tuo percorso di studi?

Ho fatto il liceo classico e all'università mi sono iscritto a giurisprudenza e, successivamente, a scienze politiche. Durante il servizio civile nazionale ho lavorato con i bambini e mi sono accorto che mi piaceva moltissimo, e che la cosa era reciproca. Da lì ho iniziato a studiare da autodidatta, mi sono formato nelle scienze umane e ultimamente ho approfondito, in Argentina, l'educazione emozionale, portata in Europa dallo spagnolo Rafael Bisquerra. Gran parte di quello che ora so deriva da esperienze sul campo e i viaggi che ho fatto, soprattutto in America Latina, che ho visitato in buona parte. Lì c'è un enorme fermento sul tema e una serie di impostazioni interessanti.

Una passione che ti ha coinvolto appieno…

Ha avuto un impatto enorme su di me e ha influito positivamente sulle mie difficoltà: mi sono reso conto dell'importanza che ha l'educazione nel processo di crescita individuale e del contesto intorno a noi. Mi sono sempre interessato alle tematiche legate al miglioramento della vita sociale, sono stato attivista di Greenpeace e ho partecipato a forum internazionali. La pedagogia è sicuramente uno degli strumenti di cui disponiamo per evolverci in meglio.

Come nasce l'Asilo nel Bosco?

Sono stati i bambini ad orientarci verso un progetto in cui la natura è il luogo dove trascorriamo le giornate, rispondendo ad alcune esigenze che oggi, a parere mio, vengono negate, in particolare in Occidente, come il diritto all'avventura, all'autonomia. Un invito a vivere dove il tetto è il cielo e dove incontri continuamente una meraviglia perché ogni elemento si modifica e si trasforma. Dopo aver iniziato con un approccio non radicale, spesso abbiamo finito per rimanere, quasi tutto il tempo, nel verde. Io tengo particolarmente al concetto di educazione viva che ha come scopo la felicità del singolo e il permettergli di stare bene con se stesso e con il mondo.

Cosa vuol dire dunque educazione viva?

Significa occuparsi integralmente dell'essere umano, non focalizzandosi solamente sugli aspetti cognitivi. Prima bisogna fare attenzione a competenze quali l'autostima, la capacità di gestire l'ansia, senza le quali diventa complicato assimilare qualcosa e saperlo raccontare. Quando siamo ancorati a ricordi spiacevoli, il nostro cervello non è biologicamente pronto ad imparare. Il clima emotivo è un terreno imprescindibile senza il quale nessuno può fiorire. La priorità, per noi, è portare gioia, serenità, allegria per evitare che la paura e la rabbia facciano eccessivamente capolino perché possono tarpare le ali.