Emissioni CO2: ecco come questo gas fondamentale per la Terra è diventato nemico dell’ambiente

Un gas incolore e inodore che esiste naturalmente nell’aria intorno a noi ma si è con gli anni trasformato nel nemico numero uno del nostro Pianeta. Ma che cos’è esattamente la CO2 e quali sono i suoi effetti sull’ambiente?
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Sara Del Dot 17 Aprile 2019

La sentiamo nominare in continuazione, soprattutto negli ultimi anni, quando parliamo di inquinamento atmosferico e surriscaldamento globale. Le emissioni di CO2, infatti, sono indispensabili per la vita sulla terra, ma allo stesso tempo rappresentano il nemico numero uno dell’ambiente, e la causa principale del climate change. Tutto sta nella quantità e nel livello di concentrazione in cui sono presenti nella nostra atmosfera. Livello che, da anni ormai, è pericolosamente alto. E che potrebbe provocare danni irrimediabili per il Pianeta, le piante, gli animali e l’uomo. Ma capiamo più nel dettaglio di cosa stiamo parlando.

Cos’è la CO2

L’anidride carbonica (o CO2, o biossido di carbonio) è un gas solubile, incolore e inodore. Si tratta del prodotto che deriva dalla combustione delle sostanze organiche, quindi anche di carbone e idrocarburi. La sua formazione avviene tramite l’unione del carbonio (C) con due atomi di ossigeno (O2) presenti nell’aria. In pratica, la CO2 è una sostanza che è reperibile in natura, si trova infatti nell’atmosfera, nel sistema solare e anche negli oceani, e la sua presenza e conseguente accumulo sono sempre stati bilanciati dall’assorbimento da parte di piante e oceani. Da quanto però la produzione industriale ha iniziato a progredire a ritmi esagerati e nei Paesi sviluppati tutti hanno iniziato a possedere una caldaia, dei termosifoni e almeno un’automobile, le emissioni di CO2 hanno iniziato a crescere sempre di più e la natura non è più riuscita a starci dietro, gli alberi non riescono a convertirla in ossigeno a una velocità sufficiente e gli oceani stanno subendo processi di acidificazione. Questa situazione ha provocato un accumulo di questo gas che, trattenendo le radiazioni emesse dalla terra e il calore emesso, sta provocando un pericolosissimo aumento della temperatura globale.

Da dove arriva la CO2?

La CO2 è già presente in natura, prodotta dal nostro respiro e quello degli altri animali, e anzi è fondamentale affinché avvenga la fotosintesi delle piante, processo nel quale l’anidride carbonica viene poi convertita in ossigeno, e affinché la terra possa essere riscaldata dal sole. Tuttavia, a partire dagli anni dell’industrializzazione e del sempre maggiore utilizzo di combustibili fossili, la sua produzione ha raggiunto livelli altissimi e incontrollati, al punto di renderla, come abbiamo già detto, il principale responsabile dell’inquinamento atmosferico e un nemico da combattere e debellare il prima possibile. E quindi da dove deriva questa quantità incredibile di gas?

  • Produzione di energia. Sebbene sia evidente la necessità di un sempre più rapido e progressivo passaggio alle rinnovabili, i combustibili fossili rimangono al momento la fonte principale di energia nel mondo, quindi petrolio, carbone, idrocarburi, gas naturale.
  • Automobili. Le auto, lo sappiamo, inquinano. Soprattutto quelle alimentate a metano o a benzina. Eppure il passaggio alla versione elettrica e ibrida sembra andare molto a rilento. In ogni caso, il pericolo per la salute e per l’ambiente derivante dagli spostamenti con i mezzi a motore è diventato con il tempo impossibile da trascurare. Per questo, le restrizioni nei centri urbani sulla circolazione di determinate categorie di automobili si sono fatte sempre più severe, obbligando i cittadini a favorire spostamenti più sostenibili e meno inquinanti.
  • Riscaldamento domestico. La percentuale di emissioni prodotta dal traffico urbano, però, è poca cosa se paragonata a quella che deriva dal riscaldamento delle case. La CO2 emessa da caldaie, boiler e termosifoni, infatti, è di ben 6 volte superiore a quella proveniente dal traffico.
  • Consumi elettrici. ogni kWh che viene generato e consumato, produce delle emissioni di CO2 nell’atmosfera. Di conseguenza, si può dire che rilasci anidride carbonica nell’atmosfera semplicemente accendendo una lampadina, la lavatrice, la televisione, il pc o anche addirittura mandando una semplice email.
  • Fermentazione naturale.
  • Conversione del metano.

I danni della CO2 all’ambiente

Ogni anno vengono rilasciate nell’atmosfera miliardi di tonnellate cubiche di CO2. Una quantità decisamente impossibile da assorbire e convertire, considerato anche il fatto che nelle grandi città le zone verdi sono ormai ridotte a meno del 10% dello spazio disponibile e il progressivo incontrollato disboscamento avvenuto in tutto il mondo sicuramente non ha aiutato la natura a trasformare tutto quel gas in ossigeno. Così, le attività umane che comportano le emissioni hanno con il tempo causato un accumulo eccessivo di questa sostanza nell’atmosfera. E i risultati sono drammatici. L’eccessiva presenza di CO2 nell’atmosfera, infatti, danneggia sempre più l’ozono, che ci protegge dai raggi UV, crea una cappa che impedisce l’espulsione del calore assorbito dalla terra e quindi provoca un aumento del riscaldamento globale, inoltre il suo eccessivo assorbimento da parte degli oceani ne provoca la progressiva acidificazione. Le conseguenze di tutto questo sono ormai evidenti. I ghiacciai si riducono con una velocità impressionante, specie animali già a rischio estinzione che vivono nelle zone fredde assistono alla sparizione del proprio habitat e non sono più in grado di procurare del cibo per sé e per i loro cuccioli, il livello del mare si alza.

Zero emissioni entro il 2050?

La riduzione delle emissioni di CO2 non è un processo che avverrà in pochi anni, tuttavia si tratta di un’azione necessaria che va condotta da una forte volontà dei Governi di cercare di recuperare almeno in parte la salute del Pianeta. Fondamentale è pensare a delle soluzioni che agiscano a lungo termine. Su questo tema si sono concentrati gli accordi sul clima degli ultimi decenni a partire da quello di Kyoto del 1997 (ma entrato in vigore nel 2005) fino all’accordo di Parigi del 2015, in cui i leader di quasi 200 Paesi del mondo hanno promesso di impegnarsi a mantenere l’aumento della temperatura globale sotto i 2° gradi rispetto ai livelli pre-industriali. L’Unione europea, dal canto suo, si è posta come obiettivo la riduzione, entro il 2050, del 100% delle emissioni di CO2. Traguardo raggiungibile? Gli esperti dicono di sì, a patto che il blocco avvenga nell’immediato e che si permetta alla natura di compiere il suo lavoro assorbendo tutto ciò che di nocivo è rimasto.