Entro 80 anni tutti i ghiacciai sulle Alpi potrebbero scomparire per sempre

Prima del 2100 potremmo ritrovarci con una catena alpina completamente spoglia a causa del surriscaldamento globale. E non sarebbe solo un problema estetico: i ghiacciai sono vere e proprie riserve d’acqua, fondamentali per agricoltura e allevamento. Inoltre, la montagna subirebbe un drastico calo del turismo, con un evidente danno economico.
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Giulia Dallagiovanna 10 Aprile 2019

Siamo nel 2099, hai deciso di trascorrere qualche giorno in montagna per prenderti una pausa dal traffico cittadino e respirare un po' di aria pulita. Ma quando arrivi, noti subito che c'è qualcosa di diverso: i ghiacciai sono spariti. Tutti. Secondo uno studio del Politecnico di Zurigo, nel giro di 80 anni le Alpi rischiano di rimanere senza un filo di ghiaccio. Persino lo strato di permafrost non sarebbe in grado di resistere al surriscaldamento globale. Ma questa non è l'unica brutta notizia che emerge dalla ricerca: sembra che nemmeno la riduzione delle emissioni inquinanti potrebbe mettere un freno al ritiro delle nevi.

Forse ti sembrerà un tempo ancora lontano, ma se guardi i tuoi figli ti renderai conto che per loro la Terra potrebbe diventare un luogo molto meno ospitale in cui vivere. E i primi effetti del cambiamento climatico sulla catena alpina saranno ben visibili già a partire dal 2050, quando la metà dei ghiacciai potrebbe essersi sciolta per sempre. Una regressione inarrestabile, se consideri il fatto che questo elemento naturale reagisce molto lentamente alle variazioni nella temperatura del pianeta: ci ha impiegato molto tempo priva di venire intaccato dall'aumento dei gradi, ne servirà altrettanto perché si renda conto di un'eventuale riduzione dell'inquinamento. Riduzione di cui, peraltro, al momento non vi è nessuna traccia.

I ghiacciai reagiscono lentamente a qualsiasi cambiamento del clima: ridurre le emissioni non li salverà del tutto

Il team di ricerca ha analizzato i circa 4mila ghiacciai presenti da millenni sulle cime delle Alpi, utilizzando per la prima volta strumenti computazionali per effettuare i loro calcoli e attraverso i quali hanno potuto considerare non solo i processi di scioglimento, ma anche di movimento degli strati. Sono partiti dagli ultimi dati a disposizione, cioè quelli relativi al 2017, quando le montagne ospitavano cento chilometri cubici di ghiaccio. Dopodiché hanno delineato due scenari.

Nel primo caso, saremo in grado di mantenere l'aumento delle temperature al di sotto dei due gradi rispetto all'epoca preindustriale, così come raccomandano gli scienziati.  Due terzi degli strati bianchi conservati dalle Alpi sparirebbero comunque. Nel secondo scenario, invece, le emissioni continuerebbero a crescere, così come il riscaldamento globale. In questo caso dovrai dire addio alle montagne per come le conosci ora: saranno completamente spoglie prima del 2100.

Ma non sarebbe solo un problema estetico. Quei ghiacciai che vedi sono, in realtà, delle vere e proprie riserve d'acqua. Per tutti. Una loro scomparsa metterebbe in pericolo l'agricoltura e l'allevamento, oltre alla produzione di energia. Per non parlare del danno economico che subirebbero le regioni alpine, determinato da un drastico calo del turismo. Lo scioglimento dei ghiacci riguarda quindi tutti, da vicino. E l'unica soluzione è intervenire immediatamente, cercando di salvare quello che ancora le montagne sono riuscite a conservare.

Fonte| "Modelling the future evolution of glaciers in the European Alps under the EURO-CORDEX RCM ensemble" pubblicato su The Cryosphere il 9 aprile 2019