siccità

Entro il 2030 la domanda di acqua dolce supererà del 40% l’offerta disponibile

A lanciare l’allarme è la Global Commission on the economics of water alla vigilia della Seconda Conferenza mondiale sull’Acqua dell’Onu. Anche a causa del riscaldamento globale la crisi idrica già in atto è destinata ad aggravarsi sempre di più: “Per la prima volta nella storia dell’umanità abbiamo rotto l’equilibrio del ciclo dell’acqua”.
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Maria Teresa Gasbarrone 21 Marzo 2023

C'è un'emergenza in atto di cui si parla fin troppo poco e riguarda il bene più prezioso che si possa immaginare: l'acqua. Non si tratta di futuri rischi ipotetici ma del presente: secondo un recente studio realizzato a firma Onu entro il 2030 la domanda di acqua dolce supererà del 40% l'offerta.

Lo hanno ricordato gli esperti alla vigilia della Seconda Conferenza mondiale sull’Acqua dell'Onu – la UN 2023 water Conference -, che si terrà dal 22 al 24 marzo a New York, in prossimità della Giornata mondiale dell'Acqua. Anche la sua stessa convocazione dice molto della situazione critica in atto: sono passati più di 45 anni dalla prima Conferenza, che si tenne nel 1977 a Mar del Plata, in Argentina.

Mancherà sempre più acqua

Le drammatiche previsioni sulla mancanza d'acqua sono contenute all'interno di un report realizzato dalla Global Commission on the economics of water (Commissione globale sull'economia dell'acqua). Il perché di questo lavoro è già nel titolo: "Turning the ride – A call to collective action" (ovvero "Invertire la rotta – Una chiamata per un'azione comune").

"Stiamo assistendo – si legge nel report – alle conseguenze non di eventi anomali, né della crescita demografica e dello sviluppo economico, ma della nostra cattiva gestione dell'acqua a livello globale per decenni". Le responsabilità sono tante: "Abbiamo determinato il mutamento delle precipitazioni e non siamo riusciti a preservare gli ecosistemi di acqua dolce, a gestire la domanda per evitare un uso eccessivo, a prevenire la contaminazione, a promuovere il riciclaggio e a sviluppare e condividere le tecnologie per il risparmio idrico".

Tutto questo ha portato – sottolineano i ricercatori – per la prima volta nella storia dell'umanità a squilibrare il ciclo idrico globale e ora il pianeta e l'umanità intera non sono più al sicuro.

Qual è il collegamento con la crisi climatica

La Global Commission on the economics of water punta il dito proprio contro le azioni dell'uomo. La mancanza di acqua dolce, destina ad aggravarsi sempre di più se non si interviene subito e in modo programmatico, è infatti l'ennesima conseguenza della crisi climatica. Il fenomeno dell'emergenza idrica si deve nello specifico a due fattori:

  1. Il riscaldamento globale sta determinando un aumento del 7% dell'umidità per ogni 1°C di aumento della temperatura media globale
  2. I cambiamenti nell'uso del suolo, come deforestazione, esaurimento delle zone umide, degrado del territorio e sviluppo delle infrastrutture stanno avendo un impatto sui modelli di precipitazione e sulla distribuzione delle piogge

Serve intervenire ora

La posizione della Global Commission on the economics of water è chiara. "Falliremo sul cambiamento climatico se falliremo sull'acqua", scrivono gli autori del report, chiedendo un intervento immediato per garantire "che la transizione verso fonti energetiche a basse emissioni riduca, anziché aumentare, la pressione sulle scarse risorse idriche".

"Falliremo sul cambiamento climatico se falliremo sull'acqua"

Global Commission on the economics of water

Per impedire che manchi sempre più acqua infatti è necessaria un'azione a livello globale perché il ciclo dell'acqua non segue i confini nazionali, ma connette tutti i Paesi del mondo. Questi sono interconnessi non solo dai flussi di acqua vera e propria, ma anche da quelli di vapore acqueo, i cosiddetti "flussi di acqua verde".

Gli studi sul riciclo dell'umidità hanno dimostrato che il flusso di acqua verde continentale è fondamentale per sostenere le precipitazioni: si stima che circa il 40-50% delle precipitazioni a livello globale proviene dal flusso di vapore sulla terraferma attraverso il riciclo dell'acqua verde.

In che modo agire? Gli ambiti di intervento sono diversi: si tratta proprio degli stessi che a oggi hanno contribuito a modificare il modello di precipitazioni. Il report ne sottolinea soprattutto alcuni: "L'uso e la gestione dell'acqua a livello nazionale, la gestione collettiva del sistema climatico, dello stato in cui versano le foreste e degli altri ecosistemi che generano flussi di acqua verde, che si trasformano in precipitazioni".