
Parlando di ecosostenibilità, c'è una parola da cui non si può prescindere: responsabilità. La consapevolezza riguardo ai cambiamenti climatici e ai disastri ambientali compiuti dall'uomo ci impone, infatti, di non poter più spostare lo sguardo o chiudere gli occhi. Siamo ormai collettivamente responsabili della salute del nostro pianeta.
In questo contesto di responsabilità comune, ognuno deve fare la propria parte a seconda dei propri mezzi. I consumatori possono farlo attraverso le proprie scelte di acquisto e di consumo; ma ad avere il peso maggiore della responsabilità sono di certo i produttori.
Ecco perché a livello legislativo in diversi stati è stata introdotta la Responsabilità Estesa del Produttore, o ERP, che vuole assegnare alle aziende produttrici la responsabilità relativa alla gestione del ciclo di vita del prodotto o materiale, da quando nasce a quando diviene rifiuto da smaltire. Ma come funziona?
ERP è una sigla che indica l'Extended Producer Responsability, in italiano la Responsabilità Estesa del Produttore. Si tratta di un obbligo di legge che i produttori e le aziende manifatturiere hanno nei confronti dell'ambiente: ogni prodotto che esce dalle fabbriche e viene immesso sul mercato, grazie all'ERP deve essere valutato direttamente dall'azienda, che si prende in carico (finanziariamente e operativamente) la gestione del ciclo di vita del prodotto nella sua interezza, fino a quando diventa un rifiuto.
L'obiettivo è quello di innovare il processo di produzione spronando i produttori a scegliere materiali rinnovabili e più facilmente smaltibili (dal momento che lo smaltimento è loro responsabilità), favorendo anche il riciclo, il riuso e l'upcycling (che significa trovare un nuovo uso ad un oggetto).
L'ERP non tutela i consumatori assicurando loro una gestione più sostenibile dei materiali, ma assicura loro anche trasparenza finanziaria: i produttori, infatti, sono obbligati a rispettare i criteri che regolamentano la competitività sul mercato, senza che i costi possano essere addossati alla collettività.
La Responsabilità Estesa del Produttore in Italia è legge dal 2020, grazie al d.l. 116 pubblicato l'11 settembre dello stesso anno. La legge, che è stata recepita nel Testo Unico Ambientale, ha voluto recepire alcune delle direttive del Pacchetto Economia Circolare dell'Unione Europea, per uniformarsi ai Paesi membri.
In realtà, tuttavia, a oggi mancano ancora i decreti che daranno attuazione alla Responsabilità Estesa del Produttore. Un primo passo, quindi, è stato fatto, ma servirà proseguire su questa strada per rendere realtà la legge.