Fairtrade: la scelta etica che sempre più persone vogliono fare

Del commercio equo solidale, chiamato anche fair trade, avrai sicuramente sentito parlare almeno una volta: ma cosa vuol dire concretamente realizzare prodotti che rispettino i lavoratori e il loro territorio d’origine, e chi se ne occupa? Partendo dalla definizione stessa, cerchiamo di capire come si arriva a quel marchio di certificazione Faitrade che oggi ti permette di riconoscere le merci prodotte in modo etico, senza sfruttare le persone o la natura, e acquistate a un prezzo giusto.
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Sara Del Dot 20 Febbraio 2019

Il commercio equo e solidale, anche fair trade in lingua inglese, non è solo roba da fricchettoni dato che, ormai, si può trovare in tutti i negozi. Se ti interessa non soltanto la provenienza del cibo che mangi, ma anche il modo in cui viene prodotto nella sua terra d’origine, prestaci attenzione: i prodotti equo solidali si trovano ormai in tutti i supermercati, e sono opportunamente segnalati dal marchio di certificazione Faitrade, rilasciato da un'organizzazione non-profit chiamata Faitrade International e attiva anche in Italia, che ha proprio lo scopo di aiutarti a capire quali merci vengono prodotte rispettando i diritti dei lavoratori e sono acquistate a un prezzo equo, che rispetti la fatica fatta dalle persone in fase di produzione e tuteli anche i territori di origine, che spesso sono Paesi in via di sviluppo.

Avrai sentito l'espressione "equo solidale" molte volte negli ultimi anni, per parlare di alimenti, ma anche di vestiti e gioielli. Magari non sai esattamente di cosa si tratta ma stai certo che, acquistando un prodotto certificato come equo solidale, non puoi sbagliare: quello è un prodotto etico, giusto. Ma quindi, cosa si intende con prodotto equo solidale? E come si riconosce?

Il commercio equo solidale

Il commercio equo e solidale è un sistema di compravendita di merci che avviene direttamente con i produttori, i cui diritti sono tutelati e il cui salario è, appunto, equo. Inoltre, acquistando prodotti equo solidali hai la certezza che per la realizzazione di ciò che stai comprando non è stato sfruttato lavoro minorile. I ricavi in più che arrivano nelle casse dei produttori, inoltre, vengono utilizzati per aiutare l’intera comunità, magari con impianti di irrigazione o altre attrezzature utili per incentivare l’economia del luogo.

Il movimento equo solidale che conosciamo oggi ha iniziato a svilupparsi in Europa nel corso degli anni '60, grazie al contributo di alcune Ong e ad altre iniziative, creando un filo diretto tra il produttore e il consumatore. Lo scopo principale era quello di opporsi al modello proposto dalla grande distribuzione, quindi supermercati e simili, sempre alla ricerca del massimo del profitto e senza un interesse verso le condizioni lavorative di chi produce. Il primo negozio basato sul fair trade nacque nel 1969 nei Paesi Bassi, fungendo così da esempio (di successo) per molte altre botteghe create negli anni seguenti in Germania e in altri Paesi dell'Europa occidentale.

Ma come si capisce se un prodotto è equo solidale? In Italia esistono delle botteghe interamente dedicate al commercio di questo genere, come ad esempio l’Altromercato, il più grande consorzio in Italia di commercio equo solidale, cui aderiscono 260 botteghe che hanno rapporti con 155 organizzazioni di produttori e artigiani in oltre 45 Paesi del mondo. Per quanto riguarda il cibo, ormai da un po’ di anni c’è un marchio che lo segnala, ovvero quel Fairtraide di cui ti parlavo che ti permette, quindi, di avere la possibilità di compiere una scelta consapevole. Andiamo a vedere nel dettaglio di cosa si tratta.

Cos’è Fairtrade

Faitrade International è un’organizzazione attiva a livello mondiale che si impegna a far sì che i diritti dei lavoratori che coltivano e producono il cibo che arriva sulle nostre tavole vengano rispettati, che sia garantito loro un compenso equo e che non ci sia alcun tipo di sfruttamento umano o ambientale nel corso dell’intera filiera del prodotto.

L’obiettivo di Fairtrade è realizzare una certificazione per l’intera filiera, che si concretizza nel marchio, appunto, Fairtrade. Si tratta di un bollino presente sui prodotti che stai acquistando, e rappresenta la tua garanzia del fatto che quell’alimento è stato realizzato nel pieno rispetto dei lavoratori e della natura. A oggi hanno aderito al progetto Fairtrade 1,6 milioni di agricoltori in 73 Paesi dell’Asia e dell’America Latina. Solo nel 2017, i consumatori di tutto il mondo hanno scelto di investire oltre 8 miliardi acquistando prodotti marchiati Fairtrade.

Cosa fa Fairtrade

Fairtrade valorizza il lavoro dei produttori d’origine attraverso la tutela dei loro diritti e la sicurezza di un guadagno minimo. L’organizzazione infatti calcola assieme ai produttori e alle aziende il salario che un contadino deve ricevere per il suo lavoro, mai inferiore ai prezzi di mercato. In questo modo, non solo viene tutelato chi produce, ma anche il prodotto sarà realizzato con maggiore cura, con mezzi migliori e sarà quindi di qualità più elevata.

Fairtrade mette inoltre in campo una serie di iniziative sull’uguaglianza di genere, lotta al lavoro minorile e cambiamento climatico, assiste produttori e lavoratori nei cambiamenti e monitora costantemente tutti i risultati raggiunti. In questo modo è possibile vedere se i consumatori sono più o meno orientati a un consumo etico e consapevole.

Fairtrade in Italia

Fairtrade opera anche in Italia, attraverso un consorzio di organizzazioni, aziende, associazioni, cooperative e società, nato nel 1994 per promuovere il marchio etico e tutto il commercio equo solidale in Italia. Nel 2017, in Italia il marchio è apparso su oltre 750 prodotti presenti in 5.000 punti vendita. I consumatori italiani hanno speso in prodotti con la certificazione circa 130 milioni di euro. Secondo l’ultimo rapporto Fairtrade Italia, i prodotti Fairtrade più venduti nello stivale sono stati le banane (oltre il 50% del consumo) seguite da altra frutta fresca e, al terzo posto, frutta secca.
Altri prodotti che puoi trovare certificati Fairtrade sono:

  • Cacao
  • Zucchero
  • Caffè
  • Banane
  • Burro
  • Frutta fresca e secca
  • Thé e infusi
  • Miele
  • Riso e cereali
  • Spezie
  • Palloni da calcio

In questo modo, non hai più scuse. La possibilità di scegliere un prodotto etico, realizzato grazie al lavoratore e non sulle sue spalle, è lì davanti a te.

(Modificato da Alessandro Bai il 19-2-21)