Fibre vegetali bio: scegli canapa, mais e tencel per un guardaroba ecosostenibile

Purtroppo non basta evitare di comprare abiti provenienti da fibre animali per essere sicuri di acquistare prodotti ecosostenbili. Il cotone è una delle coltivazioni che utilizza più pesticidi e insetticidi chimici al mondo. Per questa ragione, potrebbe esserti utile conoscere le alternative come l’amido di mais e il tencel.
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Giulia Dallagiovanna 22 Novembre 2018

La moda è un’arte e un’industria allo stesso tempo. Dal punto di vista artistico, nulla da eccepire: certi abiti visti in passerella starebbero bene anche dietro una cornice. Dal punto di vista industriale, conta svariati problemi e uno di questi è la sostenibilità ambientale.

Lo scorso giugno le Nazioni Unite hanno diffuso i retroscena poco green di questo settore: il 20% dello spreco globale di acqua e il 10% delle emissioni di anidride carbonica provengono dalla produzione di abiti che indossi tutti i giorni.

E non basta scegliere tessuti che non siano di derivazione animale per sentirti a posto con la coscienza. Pensa che nelle coltivazioni di cotone vengono riversati il 24% degli insetticidi e l’11% dei pesticidi utilizzati sul nostro pianeta. Numeri da record, che forse ti faranno riconsiderare la scelta di comprare cinque magliette a soli 20 euro.

Ma la natura ti offre anche la soluzione: fibre vegetali provenienti da coltivazioni biologiche ed ecosostenibili, come la canapa, l’amido di mais e l’innovativo tencel.

Cosa sono le fibre vegetali

Probabilmente non serve nemmeno spiegarlo, ma nel caso volessi capire meglio come fa l’amido di mais a diventare una maglietta, partiamo dalle basi. Una fibra è una sostanza filamentosa, che può essere filata in fili o corde. Per cucire un abito, naturalmente, serve utilizzarla nel primo modo. Dopodiché vengono tessuti a maglia, oppure intrecciati e così si ricavano le stoffe che poi diventeranno pantaloni, gonne e camicie. Questo procedimento vale sia per le fibre vegetali che per quelle animali. Ma quelle su cui ci concentreremo sono ottenute da semi, steli, foglie o cortecce di alberi.

Lino e cotone biologici

Anche se sei già abituato all’acquisto di vestiti che non sono stati realizzati partendo da fibre animali, come maglioni di lana o pellicce, non è detto che la tua scelta possa essere etichettata come ecosostenibile. Come ti dicevo prima, l’agricoltura intensiva fa largo uso di pesticidi e fertilizzanti chimici, che rimangono un problema per l’ambiente. Perciò, quando compri una maglietta di cotone o un paio di pantaloni di lino, assicurati che siano biologici.

Il cotone è la fibra vegetale più utilizzata nell’industria tessile, selezionata per la sua morbidezza, traspirabilità e resistenza. La versione biologica non cambia il prodotto finale, ma prevede una coltivazione senza sfruttamento di suolo e risorse idriche, senza l’impiego di agenti chimici ed emissioni di anidride carbonica.

Il lino invece è una fibra famosa per la sua forza. Pensa che viene usata anche in campo edilizio per isolare gli edifici. Quello biologico potrebbe essere indicato con il marchio ICEA (Istituto per la Certificazione Etica e Ambientale), che controlla e certifica i metodi di coltivazione ecosostenibili.

Amido di mais

Forse l’avrai usato in cucina, ma non avrai mai pensato di indossarlo. Eppure dallo scarto della lavorazione dell’industria alimentare si ottiene la fibra di amido di mais. Viene utilizzata soprattutto per confezionare indumenti intimi, perché risulta molto morbida e non irrita la pelle. Non solo, ma è altamente traspirante e in grado di assorbire l’umidità in eccesso e rilasciarla verso l’esterno. Qualità che la rendono perfetta per i mesi più caldi. Si tratta in sostanza di materiale di riciclo ed è proprio la sua lavorazione a renderlo ecosostenibile.

Canapa

A scanso di equivoci, no, non è la pianta della Marijuana. E’ un'altra specie di cannabis, che cresce soprattutto nelle zone tropicali, ma è adatta anche a climi non eccessivamente freddi. Viene infatti coltivata anche in Italia. Il terreno migliore per questa pianta è lo stesso utilizzato per il mais, per questo a volte le due colture entrano in conflitto. Ma l’aspetto fondamentale è che la canapa non ha bisogno di pesticidi, in quanto cresce così velocemente che solo pochi parassiti riescono ad intaccarla. Pensa che può raggiungere un’altezza fra i 2 e i 5 metri in soli tre mesi.

Oltre alla velocità, assicura anche un buon rendimento, perché è possibile piantare fino a 150 semi per metro quadrato. La fibra che ne deriva è molto resistente e con i giusti trattamenti può essere un valido sostituto del cotone nell’abbigliamento. Anche se inizialmente potrà sembrarti un po’ rigido, sappi che si ammorbidisce sempre di più a ogni lavaggio. Inoltre è ipoallergenico e antibatterico. E poi è traspirante e protegge dai raggi UV. Insomma, la scelta migliore per l’estate.

Tencel

Una modella con abiti in tencel sfila per la stilista Chen Wen durante la Pechino Fashion Week a novembre 2017

Il tencel è una fibra che proviene dal legno ed è completamente biodegradabile. Solitamente vengono usati alberi di betulla, quercia o eucalipto. TENCEL in realtà è il nome di uno specifico sistema di produzione ecologica brevettato. Si parte dalla coltivazione su terreni che non sarebbero adatti all’agricoltura, quindi senza sottrarre suolo ai campi, e con un consumo di acqua di almeno 10 volte inferiore rispetto a quella del cotone.

Il processo con il quale si ricava la fibra prevede l’utilizzo di un solvente che viene riciclato al 100% durante il ciclo produttivo. Il tessuto che ne deriva è liscio e morbido. Inoltre assorbe maggiormente l’umidità rispetto al cotone ed è ipoallergenico. Ma soprattutto è il materiale giusto se odi fare il bucato, perché asciuga velocemente e non si stropiccia.

Certificazioni

Per essere in grado di riconoscere fibre vegetali provenienti da agricoltura biologica, potrebbe esserti utile dare uno sguardo alle certificazioni: