Fiori freschi: comprarli e regalarli può essere sostenibile grazie all’approccio slow flower

Decorare casa con i fiori o regalare bouquet è sempre piacevole. Ma siamo sicuri sia anche sostenibile? L’industria della floricoltura è potenzialmente inquinante, ma grazie alla rete Slow Flower e con alcuni accorgimenti puoi continuare ad acquistare i tuoi fiori recisi, senza rinunciare alla sostenibilità.
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Sara Polotti 14 Marzo 2022

Una domanda legittima e naturale: come può essere sostenibile acquistare fiori per regalarli o per decorare casa? Certo, si tratta di piante e quindi di un essere vegetale rinnovabile, ma la coltivazione e il trasporto richiedono energia, materiali e tempo. L'industria della floricoltura può quindi potenzialmente essere parecchio inquinante, anche se i dati a riguardo non sono chiarissimi.

In ogni caso, se vuoi continuare a coccolarti e a coccolare gli occhi di chi vuoi bene regalando fiori o decorando casa con dei bellissimi bouquet, puoi continuare a farlo. Ma sappi che puoi acquistare le tue piante e i fiori recisi senza rinunciare all'ecologia. Ecco come.

L'industria della floricoltura

Pensaci: da dove arrivano i fiori, soprattutto quando non di stagione? Solitamente, da molto lontano. E "molto lontano" significa solo una cosa, ovvero trasporto aereo o su strada, con conseguenze inquinanti palesi.

Accanto a questo, c'è il discorso della stagionalità. Quando ad essere richiesti sono fiori non di stagione, le soluzioni sono due: affidarsi di nuovo al lungo trasporto oppure istituire serre e strutture che ricreino le condizioni ambientali ideali per la crescita di determinate piante, una pratica che richiede un importantissimo dispendio di energia, spesso non proveniente da risorse rinnovabili.

Infine, devi sapere che per venire conservati in maniera impeccabile i fiori – soprattutto quando non locali, dovendo viaggiare per moltissime ore – vengono conservati in celle frigorifere assolutamente poco green, che richiedono moltissima energia.

Il movimento Slow Flower

A partire dal 2007, suppergiù, si è cominciata a diffondere la consapevolezza riguardo alla floricoltura e al potenziale inquinamento derivante da essa. Tra le prime testimonianze c'è quella di Amy Steward, che con il suo libro "Flower confidential" ha messo in luce le regole del mercato globale della coltivazione e vendita di fiori a prezzi bassissimi (possibili non solo attraverso pratiche inquinanti, ma anche sfruttando la manodopera nei paesi esportatori, su tutti Sud America e Africa). Erano gli anni in cui anche l'industria alimentare era sotto i riflettori, gli anni in cui il concetto di "chilometro zero" cominciava ad emergere.

Lo stesso concetto ha iniziato quindi a venire applicato anche ad altri settori, proprio come la floricoltura. Nel 2013, così, è nato Slow Flower, un movimento ideato dalla scrittrice Debra Prinzing che ha voluto puntare sulla collaborazione tra professionisti e professioniste per spingere una floricoltura più sostenibile, etica, biologica e stagionale, più rispettosa, in modo da tagliare i trasporti, da non sfruttare i terreni in maniera eccessiva e da sensibilizzare i consumatori sui benefici di una filiera più corta.

In tutto il mondo, quindi, negli anni successivi sono nate rete locali di Slow Flowers (così si chiamano), ovvero collettivi spontanei di professionisti e professioniste del settore (non solo fioristi e fioriste ma anche flower designer, chi coltiva i fiori, aziende e privati) che vogliono rendere l'industria della floricoltura più sostenibile e rispettosa dell'ambiente, attraverso azioni concrete che partono dalle scelte riguardo ai processi di produzione e arrivano alla vendita diretta al cliente (con confezioni ecologiche).

Come acquistare fiori sostenibili

Conosciuto ora il movimento Slow Flower, puoi anche tu fare tua questa filosofia green che punta su una floricoltura e su una vendita di fiori recisi più sostenibile ed etica. Prima di tutto, puoi affidarti a fioristi e vivai che aderiscono alla rete Slow Flowers Italy: sul sito ufficiale è possibile trovare la lista dei coltivatori, floral designer, fioristi e sostenitori che si sono impegnati a sottoscrivere gli intenti del movimento. Da loro troverai così fiori provenienti da floricoltura a chilometro zero, sostenibili, di stagione e in generale più green rispetto ai fiori che puoi trovare in altre strutture.

In generale, poi, cerca di chiedere i fiori di stagione (non le peonie a febbraio, ad esempio, o i tulipani a luglio) e domanda sempre al fiorista o alla fiorista la provenienza dei recisi, scegliendo quelli più vicini a te.

Il risultato, alla fine, è anche molto grazioso: seguendo la stagionalità avrai sempre fiori che ricordano l'atmosfera del momento (con fiori candidi e più secchi in inverno, colori in primavera e fiori di campo in estate, ad esempio), incrementando i sentimenti di confortevolezza e bellezza che i fiori donano a chi li acquista o riceve in regalo.