Food for change Challenge: accetti la sfida contro lo spreco di cibo?

Un quinto delle emissioni di anidride carbonica nell’aria è causato dalla produzione di cibo. Slow Food ha dato il via a una campagna internazionale per attirare l’attenzione su questo problema e intanto ti lancia una sfida: cambiare le tue abitudini per 7 giorni.
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Giulia Dallagiovanna 16 Ottobre 2018

L'8 ottobre 2018 gli esperti Onu per clima hanno lanciato un vero e proprio allarme: bisogna agire subito e invertire totalmente la rotta. I calcoli riguardanti la temperatura che può sopportare il nostro pianeta sono stati rivisti: non oltre 1,5 gradi in più rispetto all'era preindustriale. Non solo ma entro il 2030 le emissioni di anidride carbonica nell'aria devono essere ridotte del 45%. Il rapporto è rivolto principalmente ai governi, ma anche tu puoi fare molto per salvare il luogo in cui vivi. A partire, ad esempio, dal modo in cui mangi e fai la spesa. La Fao nel 2015 ha affermato che la produzione di cibo come viene fatta oggi è responsabile del 21% delle emissioni di gas serra. Non solo, ma ogni anno vengono sprecati 1,3 miliardi di tonnellate di cibo. E' importante che la tua alimentazione non sia solo sana, ma anche ecosostenbile. Per questo Slow Food ha lanciato una sfida: la Food for Change Challenge, che ha inizio il 16 ottobre.

La campagna Food for Change

A fine settembre, in occasione della XII edizione di Terra Madre Salone del gusto a Torino, è stata lanciata la campagna internazionale di Slow Food. Food for Change si divide in tre parti: una sfida, un omaggio ai produttori ecosostenibili e una raccolta fondi. Lo scopo è far conoscere il collegamento fra cibo e cambiamento climatico. I soldi raccolti nel 2017 sono andati a sostegno di diversi progetti, fra cui la piantagione di nuovi orti, la lotta contro glifosato e OGM e l'apertura di nuovi Mercati della Terra. Per partecipare a una o a tutte queste iniziative hai tempo fino al 31 dicembre.

Il logo della campagna Food for Change, foto dal sito di Slow Food

La Food for Change Challenge

E' una vera e propria sfida, che puoi raccogliere anche tu iscrivendoti sul sito di Slow Food. Dura dal 16 al 22 ottobre e durante tutto questo periodo dovrai impegnarti a fare una di queste tre cose: non mangiare carne, usare materie prime locali o non sprecare cibo e riutilizzare gli avanzi. Pensi di potercela fare? Non è un semplice gioco, si tratta dei tre comportamenti che concorrono di più ad aumentare le emissioni di CO2 nell'aria. Insomma, puoi lottare contro il cambiamento climatico ogni volta che vai al supermercato o ti siedi a tavola. E puoi farlo con gusto. I consigli sono anche quelli di non comprare cibo in dosi eccessive, di riciclare gli avanzi il più possibile, di preferire frutta e verdura di stagione e a chilometro zero e di evitare carne e pesce provenienti da allevamenti intensivi. Ma guarda più nel dettaglio le varie opzioni della challenge.

Non mangiare carne

Il settore agricolo di cui parlavo all'inizio, quello che contribuisce per un quinto al totale delle emissioni inquinanti, è occupato per il quasi la metà dalla produzione di mangimi. E la Fao aggiunge che il 36% dei cereali coltivati viene utilizzato per nutrire gli animali negli allevamenti. Non solo, ma per far posto ai pascoli, fra il 1990 e il 2005, abbiamo detto addio a tantissimi ettari di bosco. Si parla del 71% della deforestazione che ha coinvolto l'America del Sud. Ma anche i pascoli alla lunga si consumano, quando devono far fronte all'allevamento intensivo. Per altro anche gli allevamenti intensivi producono emissioni di Co2 in quantità quasi pari all'agricoltura.

Il problema non è mangiare carne in sé, è che se ne mangia davvero troppa. Non dovresti consumarne più di 2 chili al mese, invece è probabile che arrivi quasi a 7. Slow Food propone un esempio pratico: ogni chilo di manzo equivale inquina come percorrere 250 chilometri in automobile. Non mangiare carne per qualche giorno ti aiuterà a capire che ci sono tante alternative da provare per ridurre la quantità tutto l'anno.

Usare materie prime locali

Prova a evitare per un po' prodotti che provengono da altri Paesi, e magari addirittura da altre regioni d'Italia. Un alimento che non è nato vicino a te, è stato trasportato fino al supermercato in camion con grandi celle frigorifere. Quindi non solo ha inquinato, ma spesso in quei refrigeratori ha pure completato la maturazione, senza sviluppare il gusto. L'ideale sarebbe trovare un contadino di fiducia dal quale fare la spesa, ma siccome non è sempre possibile controlla la provenienza sulle confezioni che trovi fra gli scaffali o sui cartelli al banco del fresco. Infine, cerca di comprare frutta e verdura di stagione. Ti può essere d'aiuto il calendario dell'Associazione nazionale per la difesa e l'orientamento dei consumatori.

Non sprecare cibo

Ogni anno nel mondo un terzo del cibo prodotto viene gettato nel bidone dell'immondizia. La Fao nel rapporto del 2015 ha calcolato che è come se tutta l'acqua del fiume Volga venisse sprecata. Per non parlare di tutte quelle persone che muoiono di fame e che a questo cibo non riescono ad arrivare. Circa la metà delle perdite avviene durante la produzione, il resto durante la trasformazione, la distribuzione nei negozi e il consumo. In Europa avviene soprattutto il secondo tipo di spreco. Prova quindi a fare attenzione alle date di scadenza degli alimenti e a riutilizzare gli avanzi. Può anche essere un'occasione per inventare nuove ricette. Non solo, ma al supermercato non dare ascolto solo a quello che la vista ti suggerisce: se un frutto è stato coltivato senza l'utilizzo di agenti chimici, sarà più "brutto", ma sicuramente anche più buono.