Foreste al macello: il rapporto Greenpeace che spiega come l’industria della carne contribuisce alla deforestazione

Il nuovo rapporto di Greenpeace riporta i risultati di un’indagine condotta nel corso di un anno intero riguardante lo stato di disboscamento del Gran Chaco, la più grande foresta tropicale secca del Sudamerica. Il risultato è che, legata a questo disboscamento, c’è anche l’importazione di molta della carne che mangiamo in Europa.
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Sara Del Dot 4 Agosto 2019

Il Gran Chaco è la più grande foresta tropicale secca del Sudamerica e la seconda dell’America latina dopo l’Amazzonia. È un luogo pieno di vita, abitato da 4 milioni di persone, di cui l’8% indigeni, 3500 specie di piante, 500 specie di uccelli, 120 di rettili, 100 di anfibi e 150 di mammiferi.

Complessivamente, copre un’estensione di 1,1 milioni di km quadrati che coinvolgono ben 3 nazioni: Argentina, Paraguay e Bolivia. Stati che sono stati tutti inseriti nella lista dei dieci Paesi con il più alto tasso di deforestazione tra il 2010 e il 2015. Questa foresta, infatti, è vittima di uno dei casi di maggiore deforestazione nel mondo. Le cause sono le piantagioni di soia e gli allevamenti intensivi, in particolare riguardanti l’industria della carne.

Lo rivela il nuovo rapporto di Greenpeace “Foreste al macello: il caso del Gran Chaco” per realizzare il quale l’organizzazione ha trascorso un interno anno ad analizzare e indagare estensione e cause di questo problema. Problema che interessa soprattutto l’Argentina, dove tra il 1990 e il 2014 sono stati distrutti circa 7.226.000 ettari di foreste. Come se fossero stati spazzati via assieme Olanda e Belgio. Solo nel corso del 2014, il Gran Chaco ha perso circa 100.000 ettari per l’espansione dei pascoli di bestiame destinati all’industria della carne. Carne che viene esportata in enormi quantità anche in Ue e in Italia. Alcune aziende produttrici che esportano carne in Europa e in Israele, infatti, sono legate a doppio filo proprio con il disboscamento del Gran Chaco e quindi con le sue conseguenze, come la decimazione di specie animali in estinzione come il giaguaro e la seria compromissione di uno dei polmoni verdi principali del mondo.

Per questa ragione, Greenpeace ha lanciato un appello, chiedendo alle aziende argentine produttrici di carne di rendere la propria filiera trasparente e libera dalla deforestazione e dalla violazione dei diritti umani. Oltre a questo, l’organizzazione ha chiesto all’Unione europea di garantire che i prodotti importati da altri Paesi provengano da una filiera esente da sfruttamento e con minimo impatto ambientale.