Forse un giorno l’editing genetico potrebbe aiutarci a salvare gli animali in via d’estinzione

Il Crispr/Cas9 ha permesso a un gruppo di ricercatori di impiantare le cellule staminali prelevate dal testicolo di un donatore in un animale ricevente. E questo ha generato spermatozoi derivati da quelle cellule. Il problema? Per ora si pensa di destinare questa tecnica agli allevamenti e non alla salvaguardia delle specie a rischio.
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Giulia Dallagiovanna 17 Settembre 2020

Mentre entriamo a gamba tesa nella sesta estinzione di massa, in gran parte provocata dalla nostra incapacità di rispettare e convivere con le altre specie su questo Pianeta, ci si chiede anche cosa possa fare l'essere umano per provare a mettere una pezza sui suoi errori. Ti avevamo già raccontato del tentativo di salvare dall'estinzione il rinoceronte bianco del Nord. In quel caso, gli scienziati stanno ricorrendo a tecniche già conosciute come la fecondazione assistita e la gestazione per altri. Ora però c'è chi avanza l'idea di ricorrere all'editing genetico e in particolare al Crispr/Cas9 per creare una sorta di super maschio in grado di far ripartire la specie. Tutto nasce da uno studio pubblicato su Pnas.

A dire la verità, i ricercatori hanno guardato più agli animali da allevamento che a quelli da salvare. E la tecnica che hanno sviluppato permetterebbe di ottenere un esemplare maschio in grado di ricevere le cellule staminali del testicolo di un donatore. Il tutto attraverso il Crispr/Cas9, chiamato anche taglia e incolla genetico, dal momento che è in grado di "correggere" gli eventuali errori nel Dna e può quindi venire usato per potenziare determinate capacità dell'essere vivente. Che sia un animale o un essere umano.

Per ora, la sperimentazione è stata eseguita su topi, maiali, ovini e bovini e ha dimostrato che dal trapianto di cellule, sono nati nuovi spermatozoi. I murini sono addirittura riusciti a riprodursi in modo naturale.

La svolta è stata quella di disattivare il gene Nanos2 e rendere sterile il ricevente

La vera svolta che il team di ricerca è riuscito a ottenere è stata quella di disattivare il gene Nanos2. In questo modo è stato reso sterile il ricevente e gli spermatozoi prodotti in seguito erano del tutto uguali a quelli del donatore e dunque portatori del suo patrimonio genetico.

Sapere di avere nelle nostre mani questo potenziale, in realtà, incute un po' di timore e dovrebbe spingerci alla cautela. Ci siamo già spinti molto oltre con la natura e non è detto che provando a ricucire un piccolo taglio non si rischi di provocare una voragine. Ma se evitiamo di destinare tutto ciò agli allevamenti intensivi per renderli più produttivi e dunque peggiorare la situazione in cui già viviamo, forse potremmo aver trovato una buona strada per non ritrovarci a contare gli animali selvatici sulla punta delle dita.

L'idea infatti sarebbe quella di dar vita a un maschio in grado di fecondare molte più femmine della norma e quindi di generare più cuccioli che facciano ripartire la specie. Purtroppo, però, siamo ancora lontani da questo traguardo.