Frana in Val Formazza: come l’uomo sta mettendo a rischio la salute dei versanti italiani

L’Italia è “una frana”, non solo perché negli ultimi anni si stanno verificando sempre più distacchi dei versanti montuosi, ma anche perché l’uomo continua a costruire sempre più infrastrutture dove non dovrebbe, alterando così la geologia del Paese.
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Francesco Castagna 25 Settembre 2023

In Piemonte esiste un'area in cui da tempo si verificano eventi disastrosi per l'uomo e per l'ambiente: è la Val Formazza, una zona nel Verbano-Cusio-Ossola, al di sotto del rifugio Città di Busto, che si trova a 2.480 metri di altitudine in cui nelle ultime ore si è verificata una frana rilevante. I soccorritori hanno identificato i due dispersi, un uomo di 41 anni e una donna di 31, e sono ancora in corso le operazioni da parte dei Vigili del Fuoco e della Protezione Civile.

Le operazioni di soccorso

Come segnala sui social il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, "Al momento, a causa dei continui distacchi tuttora in corso, non è possibile effettuare attività di ricerca". Sul luogo si stanno recando squadre del Soccorso Alpino e di altri Enti, unità cinofile e droni. Un testimone inoltre afferma che due persone sarebbero state coinvolte dal distacco.

Il Comune di Formazza ha appena emesso una ordinanza con la quale si interdice il transito lungo il sentiero escursionistico colpito dall'evento, il G41 nel tratto tra il Rifugio Città di Busto e la diga del Sabbioni. Per questo motivo, il sindaco del Comune di Formazza, Bruna Papa, ha preso diversi provvedimenti, tra cui "l'apposizione della segnaletica necessaria in prossimità dei bivi che conducono alle aree interdette".

La risposta del Comune di Formazza a Ohga

Abbiamo chiamato il Comune di Formazza la mattina del 25 settembre e ci hanno risposto che al momento non ci sono novità sui dispersi, e che i soccorritori sono ancora sul luogo.

I precedenti

Ma l'area presenta criticità da diversi anni, i fenomeni che si sono ripetuti con intervalli sempre minori potrebbero avere una spiegazione: secondo un recente report ISPRA pubblicato a maggio 2023 in occasione delle alluvioni in Emilia infatti, in Italia "gli impatti dei cambiamenti climatici sui fenomeni franosi, oltre all’incremento dei fenomeni di instabilità dei versanti legati alla degradazione del permafrost in alta quota, riguardano l’incremento della frequenza dei fenomeni franosi superficiali e delle colate di fango e detrito, legati a piogge (eventi pluviometrici) brevi e intense". Ciò è dovuto anche al fatto che l'Italia è un territorio geologicamente giovane e tettonicamente attivo e, oltre alle cause naturali, scrivono i ricercatori ISPRA, "si aggiungono sempre più di frequente quelle antropiche legate a tagli stradali, scavi, costruzioni, perdite da acquedotti e reti fognarie".

L'area presenta dunque dei precedenti da non sottovalutare :

  • Nel 2019 il Consiglio dei Ministri aveva proclamato lo stato d'emergenza nel territorio del Comune di Formazza, in Provincia di Verbano-Cusio-Ossola, poiché gli eventi meteorologici avevano causato "movimenti franosi, danneggiamenti alle infrastrutture viarie e ad edifici pubblici e privati".
  • Nel 2021 la statale 659 della valle Formazza era stata chiusa a causa di quattro eventi franosi

La responsabilità dell'uomo

Come si evince anche dall'ultimo report IPCC che ci ha segnalato come gli eventi meteorologici stiano diventando più frequenti in tutto il mondo, senza una buona preparazione e in mancanza di politiche sensate è molto probabile che l'uomo si renda complice delle conseguenze di questi eventi, o peggiorandole o attivandole. Sono numerosi gli enti che denunciano questo mix pericoloso: dalla Protezione Civile, che spiega come: "L’intensa trasformazione dei territori operata dalle attività umane spesso senza criterio e rispetto dell’ambiente (costruzione di edifici o strade ai piedi di un pendio o a mezza costa, di piste da sci,ecc.) può causare un cedimento del terreno", fino a ISPRA, che segnala come l'aumento delle aree urbanizzate dal secondo dopoguerra in poi abbia portato a un aumento degli elementi esposti al rischio delle frane.

La cura del territorio è fondamentale. Si potrebbe partire, per esempio, dall'evitare di disboscare intere aree sui versanti, perché ciò potrebbe renderle più esposte alle forti piogge.

Crediti foto di copertina: Corpo Nazionale Servizio Alpino e Speleologico

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