Futuro Vegetal, chi sono gli attivisti ambientali spagnoli e cosa vogliono dal governo

In tutto il mondo stanno nascendo sempre più gruppi di attivisti ambientali. È la volta di Futuro Vegetal, un’organizzazione di ragazzi che chiedono al governo spagnolo di intervenire sulle politiche agro-alimentari del Paese.
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Francesco Castagna 17 Febbraio 2023

Mentre in Italia sono aumentate notevolmente le azioni di alcuni gruppi di ambientalisti come Ultima Generazione, in Spagna sta prendendo piede un nuovo movimento: Futuro Vegetàl. Di fronte a una società consumistica, globalizzata e interdipendente che non riesce a gestire le risorse naturali e cerca il proprio profitto nonostante le conseguenze della crisi climatica, questo gruppo di attivisti propone al governo spagnolo e alla società civile di "cambiare l'etica dell'abbondanza, il modo in cui produciamo e consumiamo, concentrandoci sulla sicurezza alimentare e sulla ridistribuzione delle terre". La lotta contro la crisi climatica, dicono gli attivisti, deve essere la priorità numero uno.

Chi sono

Si tratterà quindi di un altro gruppo di attivisti radicali, criticati dalle persone e senza ascolto da parte della maggior parte politica, oppure in Spagna questi gruppi avranno un margine d'azione più ampio? Attualmente i ragazzi di Futuro Vegetal sono balzati agli onori della cronaca per una dimostrazione di disobbedienza civile non violenta messa in scena durante la trasmissione Masterchef. Il gruppo ha macchiato il logo del programma con la vernice lavabile ad acqua nera e rossa (i colori di Futuro Vegetal), dopodiché gli attivisti si sono sdraiati per terra in segno di protesta. "Siamo all'inizio di una crisi alimentare globale. L'industria dell'allevamento sta distruggendo gli ecosistemi che bilanciano il clima del pianeta. Cosa mangeremo quando il danno sarà irreparabile? Oltre ad affrontare l'inimmaginabile crudeltà che gli animali stanno subendo, un cambiamento nel sistema agroalimentare è essenziale per la sopravvivenza del clima e per fermare le carestie globali", spiegano i ragazzi.

Il 14 febbraio, proprio a San Valentino, hanno protestato per dire no ai sussidi all'industria della carne. Lo hanno fatto perché lo scorso ottobre il capo del Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite, David Beasley, ha dichiarato che siamo all'inizio di una crisi alimentare globale senza precedenti. Per questo motivo gli attivisti hanno portato con sé da Masterchef dei menù vegani con la scritta "Menu a base vegetale" accanto a un cuore. Nonostante durante la scorsa Cop27 i leader internazionali abbiano cominciato a parlare per la prima volta di sistemi alimentari sostenibili, attualmente il sistema agroalimentare industrializzato si sta espandendo a tal punto da distruggere gli ecosistemi che regolano il clima globale.

Cosa vogliono dal Governo spagnolo

Gli attivisti di Futuro Vegetal hanno posto una domanda aperta a tutti: "Cosa mangeremo quando il danno sarà irreparabile?". Per le Nazioni Unite infatti, il sistema agroalimentare è responsabile di un terzo delle emissioni di gas serra, a confermarlo è uno studio pubblicato sulla rivista Nature di Francesco Tubiello, statistico principale ed esperto in cambiamenti climatici presso l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO). Nella ricerca emerge che "Circa due terzi delle emissioni riconducibili ai sistemi alimentari globali provengono dal settore delle attività di uso del suolo, che comprendono l’agricoltura, lo sfruttamento del suolo e le modifiche della destinazione dei terreni".

Nelle loro campagne gli attivisti di Furuto Vegetal, in collaborazione con Extinction Rebellion Spagna, spiegano che, secondo l'ultimo rapporto IPCC:

  • Lo Stato spagnolo sta affrontando una delle tre annate idrologiche più secche dal 1961, con solo il 25% del raccolto assicurato
  • Il sistema alimentare spagnolo è fortemente dipendente dai cereali coltivati all'estero, con il 70% di tutti i cereali destinati al bestiame

E questo è un problema, perché, secondo Eurostat, la Spagna ha il più grande patrimonio zootecnico dell'Unione Europea, con quasi 56 milioni di capi, il Paese ospita il 19,1% di tutto il bestiame dell'UE-27.

Credits foto: Instagram Futuro Vegetal @isaacperalphotography