Come gli allievi degli Istituti Nautici stanno studiando meglio il mare: “Dobbiamo capire come smettere di distruggerlo”

In occasione della Giornata Internazionale dell’educazione, abbiamo parlato con alcuni studenti che hanno preso parte al progetto Nauticinblu di Marevivo, che ha lo scopo di potenziare le conoscenze dell’ecosistema marino in chi un giorno se ne dovrà occupare per lavoro. Quali sono le sfide che ci attendono?
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Francesco Castagna 24 Gennaio 2024

Un percorso didattico con l’obiettivo di fornire nuove competenze a completamento della loro formazione, includendo la tutela dell’ambiente e la sostenibilità delle nostre risorse marine? Esiste già, è il progetto di Marevivo, la Fondazione italiana impegnata nella tutela del Mare. Si chiama Nauticinblu, e ha come obiettivo il rafforzamento delle conoscenze degli studenti degli Istituti nautici per formare al meglio chi un domani si occuperà del mare, una risorsa da tutelare nel suo complesso rapporto tra crescita economica, transizione ecologica e mantenimento degli equilibri naturali. In occasione della Giornata internazionale dell'educazione, Ohga ha raccolto le voci di alcuni allievi italiani ed europei, per raccontare le loro esperienze e capire effettivamente di cosa si occupa nello specifico un operatore del mare.

Nauticinblu coinvolge ogni anno oltre 4000 allievi in Europa, con corsi attivi dal sud al nord Italia, ma anche in Spagna, Portogallo e Grecia. Oltre alle operazioni di pulizia delle spiagge, gli allievi si occupano di tutelare le specie nelle aree marine e di osservare da vicino gli effetti sull'ambiente delle scelte insostenibili dell'uomo. Ma perché questa esperienza è fondamentale per la formazione di un operatore del mare? Ci rispondo gli allievi di tre Istituti nautici, due italiani e uno spagnolo, che citeremo con le iniziali perché minorenni.

"Personalmente prima di questa, non avevo mai partecipato a nessun’altra iniziativa scolastica riguardo il mare. Proprio per questo, il progetto Nautici in blu, ha avuto per me un’enorme importanza e mi ha dato una visione dell’ambiente marino a trecentosessanta gradi", ci racconta M. V., classe II C dell'ITN Nino Bixio, spiegandoci che la sua esperienza è cambiata nel corso degli anni, "si è accresciuta prevalentemente attraverso la divulgazione televisiva e le lezioni a scuola di educazione ambientale", dice.

Come altri, anche M. è in ansia per il mare sporco e per come l'uomo stia distruggendo l'ecosistema marino. Per questo motivo, dopo aver arricchito il suo bagaglio culturale personale e appreso come la tutela dell'ecosistema marino sia importante per tutti gli esseri viventi e per la Terra, ha deciso di cambiare le sue abitudini quotidiane al termine di questo percorso. "Credo che ciascuno di noi debba essere attore protagonista utilizzando uno stile di vita più sostenibile. Fondamentale sarà ridurre l’utilizzo delle plastiche, non disperdere nell’ambiente sostanze inquinanti, non sfruttare in maniera intensiva il mare ed effettuare attività periodica di pulizia delle spiagge", dice Michele.

Anche lo studente M.O., classe IIA dell'I.T.T.L. Nautico San Giorgio di Genova racconta di un'esperienza "avvenuta in seconda media grazie ad una prof che ci aveva proposto per un progetto sulla salvaguardia dell’ambiente; il percorso si concluse con una pulizia della spiaggia ligure di Bogliasco nella quale mi resi conto di come in questi anni stiamo trascurando l’ambiente in cui viviamo: per questo quando la professoressa di fisica ci ha proposto questo tipo di attività ne sono rimasto molto contento ed entusiasta". Insomma, un'esperienza che ha fatto cambiare la sua vita in meglio e che, di fronte a chi continua a non prendersi cura del mare con atteggiamenti insostenibili per la natura, lo porta a impegnarsi ancora di più per cercare di raccogliere i rifiuti che trova per terra.

Il successo di questo progetto è stato tale da arrivare fino in Spagna, dove gli esperti di Marevivo hanno potuto portare le loro esperienze anche fuori dal nostro Paese. Ce ne parla P.A., classe IV anno del Collegio Lestonac di Barcelona: "Fin da piccola ho avuto un rapporto stretto con il mare e mi sono appassionata a trascorrere le giornate estive in spiaggia. Non ne ho mai avuto paura e mi sono sentita sicura e a mio agio nel mare".

Ma cosa hanno appreso gli studenti degli Istituti nautici spagnoli?

"Le cose che mi hanno colpita di più del nostro progetto sono stati i dati sorprendenti e i numeri di rifiuti che finiscono in mare, di vita marina colpita, di isole piene di rifiuti… Vedere i numeri mi ha fatto vedere e capire la situazione attuale.
Mi ha fatto vedere e capire la situazione attuale dei nostri oceani. Sono rimasta colpita anche quando ho saputo dell'incredibile quantità di microplastiche che si trovano oggi nei nostri oceani, all'interno di pesci e di altri esseri viventi, anche dentro di noi. Perché, per quanto microscopico sia questo materiale, in una quantità così grande, sta causando danni terribili".