Giornata mondiale dell’asma: sui social la sfida #NextBreathChallenge per sostenere chi convive con questa malattia

Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità, nel mondo più di 339 milioni di persone soffrono di asma. In Italia sono tre milioni e uno su dieci è un bambino. Sibili, mancanza di respiro e tosse nei casi più gravi possono portare a frequenti attacchi pericolosi per la vita. Così, sui social è stata lanciata una campagna di sensibilizzazione: ecco come partecipare.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Ciaopeople Studios 5 Maggio 2021

Sei capace di spegnere una candela sullo schermo del tuo telefonino? Saresti capace anche di farlo soffiando lentamente, magari mentre giri un video o scatti una foto? Non è un gioco: è #NextBreathChallenge, la nuova sfida partita sui social network oggi, nella Giornata mondiale

dell’Asma, proprio per sensibilizzare sugli effetti di questa malattia e sull’importanza delle cure per chi ne soffre. A lanciarla è Sanofi, una delle principali realtà industriali del settore farmaceutico sul territorio italiano, che da anni è impegnata nella sensibilizzazione su questa malattia che colpisce più di 339 milioni di persone in tutto il mondo e che, nella forma più grave, in un anno è arrivata a causare circa 400mila morti.

Che cos'è l’asma

L’asma è una malattia infiammatoria cronica dell’apparato respiratorio che provoca in chi ne soffre difficoltà a respirare. I sintomi possono apparire gradualmente o all’improvviso e possono essere di varia intensità: da un leggero sibilo nel respiro a un sensazione di costrizione toracica, fino a una tosse persistente e catarrosa. È piuttosto comune: in Italia ne soffrono tre milioni di persone, circa il 5% della popolazione. Un paziente su dieci è un bambino.

Le cause dell’asma

L’asma è una malattia ereditaria: se uno dei due genitori ne soffre, anche i figli potrebbero svilupparla. Ma il fattore genetico non è l’unico: spesso a scatenarla è la vicinanza a fonti di allergeni. Infatti, l’asma è uno dei sintomi più gravi delle allergie stagionali, come quelle ai pollini e al fieno, ma anche di quelle perenni, come l’allergia agli acari, alle muffe o al pelo degli animali. Altre cause scatenanti possono essere gli sforzi fisici: in questo caso si parla di asma da sforzo, oppure forti emozioni, sbalzi termici, infezioni e malattie cardiache.

L’asma grave

L’asma grave colpisce dal 5% al 10% dei pazienti. È caratterizzata da senso di costrizione toracica, mancanza di respiro, limitazione della funzionalità polmonare, aumento delle riacutizzazioni e utilizzo cronico di cortisonici sistemici è può mettere a rischio la vita di chi ne soffre e comportare frequenti visite al pronto soccorso e ricoveri in emergenza. I sintomi sono persistenti e difficili da controllare con la terapia standard a base di corticosteroidi inalatori. Per questo, possono compromettere le attività quotidiane, il sonno e la qualità di vita di chi ne soffre.

Nel 50-70% dei casi, l’asma grave è associata ad un'infiammazione di tipo 2, dovuta alla reazione del sistema immunitario a fattori scatenanti, quali allergeni, virus o batteri. Si tratta di un tipo di infiammazione caratterizzata dal rilascio, da parte delle cellule del sistema immunitario innato e adattativo, di alcune citochine (IL4, IL-13 e IL-5), proteine che fungono da segnali di comunicazione fra le cellule del sistema immunitario e fra queste e diversi organi e tessuti. Il rilascio di queste citochine causa una vera e propria cascata infiammatoria alla base dei principali sintomi dell’asma grave e anche di patologie correlate, caratterizzate sempre da un’infiammazione di tipo 2, che si presentano spesso come comorbidità nei pazienti con asma grave (rinosinusite cronica con poliposi nasale, dermatite atopica, rinite allergica, BPCO).

Le conseguenze dell’asma grave

Molti pazienti perdono anni per arrivare a una diagnosi corretta. Inoltre, non sono sufficientemente consapevoli della propria condizione e non sanno come affrontarla, vivono un disagio quotidiano pesante e un forte senso di sconforto che ne compromette la qualità della vita. Una ricerca sull’asma grave, svolta per Sanofi, ha dimostrato che nove pazienti su dieci ritengono questa patologia invalidante per le loro vite e per il loro lavoro. In particolare, il 65% degli intervistati ha dichiarato di dover assentarsi dal lavoro o di essere talvolta poco produttivo a causa di frequenti visite dal medico o in ospedale, del tempo da dedicare alla somministrazione dei farmaci o per gli effetti delle medicine assunte. Il 37% ritiene che l’asma sia un limite per poter fare carriera e addirittura il 33% ha rinunciato a proposte di lavoro o di studio.

La Giornata mondiale dell’Asma

Per sensibilizzare su questa malattia, dal 2012 il progetto Global Initiative for Asthma (GINA) sostenuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), propone una Giornata mondiale sull’asma. Quest’anno la giornata ricorre proprio oggi, il 5 maggio, e il focus è orientato a far conoscere quali sono le “idee sbagliate sull’asma”: per esempio, non è vero che è una malattia infantile che si risolve con la crescita, che è contagiosa e che chi ne soffre non dovrebbe svolgere attività fisica.

La sfida #NextBreathChallenge

Per sensibilizzare sull’importanza di un adeguato controllo dell’asma, Sanofi ha lanciato la campagna social #NextBreathChallenge, che offre anche lo spunto per informare i pazienti sulla possibilità di controllare l’asma a lungo termine, agendo sulle cause profonde di questa patologia infiammatoria cronica delle vie respiratorie. Partecipare è semplicissimo: dopo aver attivato il filtro #NextBreathChallenge nella libreria dei filtri sul proprio profilo Instagram oppure in alto a sinistra nelle storie di Facebook pubblicate dagli altri utenti, al centro del proprio schermo apparirà una candela. La “sfida” consiste nello spegnerla soffiando delicatamente mentre si registra un video o si scatta una foto. Il vero obiettivo è condividere il video o l’immagine nelle stories per dimostrare il proprio supporto a chi convive con l’asma e sensibilizzare sull’importanza di un’adeguata presa in carico di questa patologia cronica.