Un dipinto contro una malattia che fa paura, l'Aids. L'hanno realizzata a Napoli, all'interno del padiglione Salerno della Casa Circondariale "Giuseppe Salvia" di Poggioreale. Sono stati gli stessi detenuti a dipingere il murales, dopo avere seguito un corso di formazione tenuto dagli esperti del Comitato Arcigay Antinoo Napoli proprio sul tema dell'Hiv e soprattutto della prevenzione. Si tratta della prima opera d'arte che parla del virus da immunodeficienza umana mai realizzata in una struttura detentiva del nostro Paese. Anzi, in quella dove alloggiano il maggior numero di persone in tutta l'Europa occidentale.
Questa iniziativa è inserita in realtà all'interno di un progetto più grande, il cui scopo è quello di informare e sensibilizzare rispetto a una patologia che in Italia è ancora motivo di discriminazione e le cui diagnosi non cessano di aumentare, nonostante vi siano tutti gli strumenti per contrastare il contagio. Primo fra tutti, il profilattico che permette di avere rapporti sessuali protetti non solo dall'Hiv, ma da tutte le infezioni trasmissibili in questo modo. A seguire, in caso tu abbia già contratto il virus, l'aderenza alla terapia antiretrovirale che oggi, grazie ai progressi della Medicina, consente di vivere una vita normale e di non risultare più infetti, nonostante l'agente patogeno rimanga nel tuo organismo.
Sempre nella città partenopea si è già tenuta una mostra dal titolo "Streethaart" (haart è proprio la sigla che contraddistingue la terapia antiretrovirale), che ha ripercorso la storia dell'Hiv dalla sua scoperta fino ai giorni nostri e che riporta soprattutto i risultati che sono stati ottenuti e mezzi a disposizione oggi per combatterlo. Dal 22 al 26 novembre, l'esposizione è rimasta stabile a Palazzo Venezia, ma a breve diverrà itinerante e si sposterà in altri luoghi d'Italia.
Le immagini artistiche diventano dunque un modo per comunicare con quanta più gente possibile per trasmettere messaggi che, a volte, le parole non sono in grado di formulare in modo efficace: l'Hiv può colpire chiunque e lo stigma che colpisce chi ha già ricevuto una diagnosi è ingenuo oltreché discriminatorio, se si assumono i farmaci prescritti dal medico non si rischia di trasmettere l'infezione a nessuno, l'Aids esiste ancora e non puoi quindi abbassare la guardia.
Fonte| Napoli città solidale
Credits photos: Carlo knet Oneto, artista e responsabile del progetto Streethaart