Gli agnelli che mangeremo a Pasqua arrivano dall’Est Europa in condizioni crudeli: i camion sono carichi di animali ammassati

Arrivano dalla Ungheria, Slovacchia, Romania e Polonia in condizioni fuori dalle normative europee per finire direttamente nei nostri piatti. Una nuova inchiesta di Esseri Animali, Animals’ Angels, Enpa e AWF svela come funziona il mercato degli agnelli, che a Pasqua sono uno dei piatti principali degli italiani.
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Francesco Castagna 29 Marzo 2024

Se è vero che "siamo ciò che mangiamo", affinché il cibo ci rappresenti, dobbiamo venire a conoscenza di ciò che finisce sulla nostra tavola. A Pasqua la maggior parte della popolazione italiana passerà il pranzo insieme a parenti e amici. Tra questi, in tanti con molta probabilità mangeranno l'agnello, cibo tradizionalmente pasquale. Il vero prezzo di ciò che mangiamo però sono le condizioni in cui migliaia di agnelli viaggiano dai Paesi dell'Est Europa, per arrivare direttamente nei macelli in Toscana, Lazio e Puglia.

Una nuova indagine condotta da Essere Animali, Animals’ Angels, Enpa e Animal Welfare Foundation, associazioni che hanno raccolto audio e video testimonianze in cui si mostra come questi animali subiscano viaggi estenuanti e senza le minime tutele di benessere animale. Foto di agnelli ammassati, uno sopra l'altro, visibilmente stremati dalla mancanza di aria e di acqua. Questa è ciò che accade all'interno dei veicoli monitorati, dove sono state riscontrare numerose violazioni delle normative europee: "presenza di animali non svezzati su mezzi non adeguati ad alimentarli e trasportati per un periodo superiore rispetto a quello previsto dalla normativa", sovraffollamento, sistemi di abbeveraggio e ventilazione non funzionanti o non raggiungibili da tutti gli agnelli. E ancora: irregolarità documentali e mancanza di spazio per consentire movimenti naturali.

L'operazione era stata segnalata preventivamente alle forze dell'ordine, che hanno fermato otto dei venti camion monitorati: quattro di questi sono stati sanzionati per  diverse irregolarità, come quelle indicate sopra. Già a febbraio le associazioni animaliste/ambientaliste avevano inviato una comunicazione alle autorità, con lo scopo di avvisare delle attività di monitoraggio. In più, era stato chiesto al Ministero della Salute "di emettere una nota ministeriale con indicazioni precise sulle problematiche che le autorità preposte avrebbero dovuto prendere in considerazione durante i loro controlli". Si tratta del primo anno in cui tale comunicazione non viene emessa.

In un comunicato condiviso, le associazioni hanno dichiarato: "Oltre ad essere sistematicamente violata, l’attuale normativa è lacunosa e la situazione sta progressivamente peggiorando: sia l’anno scorso che quest’anno abbiamo riscontrato ancora molte problematiche. Da anni le associazioni, ma anche il Parlamento UE e la Commissione stessa denunciano violazioni da parte delle aziende e degli Stati membri, nonché gravi mancanze nella tutela del benessere animale durante i trasporti. A dicembre 2023, la Commissione ha pubblicato una proposta di revisione della legislazione sul trasporto di animali vivi, ora le elezioni europee di giugno sono un’occasione fondamentale per continuare il lavoro. Noi siamo a disposizione per contribuire a migliorare la normativa e il sistema dei controlli, un passo necessario anche a livello nazionale, auspicandoci che il Ministero della Salute italiano faccia un passo avanti, fornendo indicazioni precise e stringenti che rendano i controlli omogenei ed efficienti su tutto il territorio nazionale".

Nel mezzo del lavoro d'inchiesta, dove purtroppo non è stato possibile evitare il destino nei macelli di centinaia di agnelli, c'è anche una piccola nota positiva: è stato salvato un agnello incapace di reggersi sulle zampe, che è stato affidato a Essere Animali per iniziativa della veterinaria dell’Asl intervenuta insieme alle autorità.