
Alberi enormi, ricchi di storia, cultura, passato. Piante gigantesche antiche quanto la Bibbia che per secoli hanno rappresentato la forza, la resistenza, la resilienza dei territori e dei loro popoli. Specie arboree che negli ultimi anni si sono fatti sempre più fragili, sempre più deboli, sempre più vulnerabili. Colpiti da cambiamenti climatici, siccità, parassiti, incendi più intensi del dovuto. E quest’anno, il disastro. Gli incendi che si sono verificati quest’estate in diverse parti dello Stato americano hanno dato il colpo di grazia a questi alberi, spazzando via in un secondo tutto ciò che era stato costruito lentamente per centinaia, a volte migliaia di anni.
Sto parlando delle foreste di sequoie giganti, le più antiche della California, di cui sono stati distrutti oltre un milione e mezzo di ettari, ma anche del Joshua Tree, una pianta desertica del genere Yucca appartenente alla famiglia delle Agavacee caratteristica della zona che può arrivare a vivere fino a 150 anni e che quest’anno ha perso oltre un milione di piante in un solo incendio. E anche delle sequoie sempervirens, chiamate anche coast redwood, che solo nel Big Basin Redwoods State Park hanno perso circa il 97% di esemplari, quasi il totale del 4.400 acri.
Questi tre esemplari sono tra i più significativi della zona, non a caso hanno tutti un parco naturale a loro nome e sono considerate dagli esperti tra le specie da proteggere maggiormente. Purtroppo, contro gli incendi di quest’anno nessuno ha potuto fare nulla e un improvviso senso di urgenza ha iniziato a insinuarsi violentemente nella mente delle persone che da sempre cercano di tutelare questi alberi importanti.
Sebbene si trovino in territori completamente differenti e lontani l’uno dall’altro, tutte e tre queste specie rappresentano esempi perfetti di resilienza e resistenza sia ai cambiamenti sia alle avversità. Le sequoie giganti si riproducono grazie alle sferzate di calore, quindi riescono a sfruttare gli incendi stagionali per spargere i loro semi. I Joshua Trees, che si trovano in zone desertiche, tendono a spostarsi verso altre zone in base ai cambiamenti dell’ambiente circostante. La distruzione di migliaia di esemplari di questi ultimi è particolarmente significativa dal momento che non è facile si verifichino incendi nel deserto. Tutti questi portatori di valore sono stati fatti sparire nell’arco di pochi giorni, a causa degli incendi sempre più intensi e delle condizioni meteorologiche e territoriali che li favoriscono sempre di più come la siccità e il calore che raggiunge picchi sempre più alti di anno in anno.
Ciò che è successo agli alberi della California rappresenta, oltre a una perdita gravissima non solo per lo Stato ma per la biodiversità del mondo intero, un vero e proprio monito per quanto riguarda la tutela di un patrimonio che diventa sempre più prezioso ogni giorno che passa e che dobbiamo assolutamente tutelare.