Gli incendi in Australia hanno distrutto alcune piante fossili e ucciso esemplari rari

Gli incendi avvenuti in l’Australia negli scorsi mesi hanno ucciso migliaia di animali e mandato in fiamme anche delle piante fossili, alcune persino con milioni di anni di storia.
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Alessandro Artuso 10 Aprile 2020

L'anno 2019 è stato il più caldo e secco in Australia degli ultimi 110 anni. Le temperature minime sono aumentate di 1,5 gradi e a certificarlo arrivano i dati offerti da Copernicus che hanno analizzato le medie dal 1961 al 1990. Le temperature massime sono aumentate invece di più di 2 gradi. I recenti incendi in Australia hanno distrutto 120mila chilometri quadrati di territorio, provocando un grave periodo di siccità. Anche gli animali hanno subito dei molti danni con ferite causate dalle fiamme e problemi di disidratazione.

I danni provocati

Nella Regione della Gondwana Rainforests, devastata dalle fiamme, sono presenti animali rari, ma anche piante fossili che vantano milioni di anni alle spalle. Purtroppo numerosi esemplari e tantissime piante non ci sono più ed è così che Peter Wilf, cofondatore dell'Institutes of Energy and the Environment, ha commentato la vicenda: "Il Nightcap National Park, di cui circa la metà è stata colpita dai recenti incendi, è Patrimonio dell’Umanità perché è un museo vivente di piante paleo-antartiche che non si trovano da nessun’altra parte. Queste zone sono così piccole che i cambiamenti climatici potrebbero spazzarle via in un secondo geologico e, con esse, spazzare via più di 40 milioni di anni di storia della foresta pluviale".

I dati

I tre ricercatori Peter Wilf, Robert Kooyman e James Watson hanno scritto una lettera aperta, pubblicata su Nature, spiegando cosa sia accaduto in queste zone. "Gli incendi minacciano di distruggere alcune delle ultime foreste fossili viventi sulla terra e, di conseguenza, la loro storia evolutiva. Nel mondo rimangono solo 125 piante fossili viventi e si trovano tutte in una sola area. Tra queste vi è la quercia di Nightcap, le cui origini risiedono nel paleo-antartico, forse addirittura a 90 milioni di anni fa".