Gli scienziati hanno scoperto l’animale più lungo mai registrato: è un sinoforo di 46 metri

La scoperta dei ricercatori del Western Australian Museum in collaborazione con lo Schmidt Ocean Institute è avvenuta nelle profondità delle acque dell’Australia. L’animale è un sinoforo lungo 150 piedi: si tratta di un ordine di invertebrati marini composti da organismi più piccoli, detti solidi, che vivono come animali normali restando però sempre ancorati gli uni agli altri formando una colonia più grande.
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Kevin Ben Alì Zinati 17 Aprile 2020

Prova a immaginare un campo da calcio: a seconda del terreno di gioco, in media ogni metà ha una lunghezza che può oscillare tra i 45 e i 55 metri. Ecco, ora prova a immaginare un animale lungo proprio come la metà di un campo da calcio. Anzi, precisamente 46 metri. È il sinoforo che i ricercatori del Western Australian Museum in collaborazione con lo Schmidt Ocean Institute hanno scoperto durante una spedizione scientifica di un mese nei canyon sottomarini vicino alla costa di Ningaloo, a 1200 chilometri dalla città di Perth, in Australia. La creatura, ad oggi, sembra l'animale più lungo mai registrato dagli scienziati.

Il sinoforo

Quello che i ricercatori hanno scoperto nelle profondità delle acque australiane è un sinoforo della famiglia delle Apolemidae. I sinofori sono un ordine di invertebrati marini appartenenti al tipo degli Cnidaria e chiamati idrozoi. Per aiutarti a identificarli meglio posso dirti che si tratta di lontani parenti di animali che già conosci come le meduse, i coralli o gli anemoni di mare.

Ciò che rende affascinante questi animali è che non presentano un corpo unico ma sono costituiti da esseri più piccoli, detti “zooidi”. Ognuno di questi ha una vita pari a quella di ogni altro essere animale ma restano sempre ancorati agli altri, formando quindi una sorta di “colonia” molto più grande.

A colpire però i ricercatori, in un primo momento è stata la dimensione del sinoforo: con un'estensione di 150 piedi, quindi circa 46 metri, sembra sia l’animale più lungo mai scoperto dagli scienziati. Ma anche il suo strano movimento a spirale ha incuriosito gli studiosi del Western Australian Museum: il sinoforo appare proprio come una lunghissima corda bianca che naviga nelle profondità delle acque dell’Australia.

La spedizione

I ricercatori facevano parte di una spedizione, della durata di un anno, messa in piedi dallo Schmidt Ocean Institute. L’obiettivo della missione è quello di esplorare canyon profondi e barriere coralline che non sono mai stati visti prima nelle acque dell’Australia e dell’Oceano Pacifico.

Grazie a un robot subacqueo chiamato “SuBastian”, i ricercatori hanno completato 20 immersioni fino a raggiungere i 4.500 metri di profondità. In più di 180 ore di esplorazione hanno raccolto i primi idroidi giganti in Australia, hanno scoperto grandi comunità di spugne di vetro nel Cape Range Canyon e hanno potuto osservare anche diverse specie di molluschi ma visti prima nella zona dell'Australia occidentale.

Con questa tecnologia gli scienziati sono stati in grado di documentare con riprese e immagini le profondità degli oceani e gli esseri che le abitano, come il sinoforo di 46 metri. I materiali organici raccolti diventeranno di grande importanza per studiare la sostenibilità e la protezione di questi ecosistemi sottomarini, sempre più minacciati dall'innalzamento della temperatura degli oceani e da altre pericoli ambientali.

Wendy Schmidt, la co-fondatore del Schmidt Ocean Institute, ha dichiarato che il nostro è un pianeta profondamente interconnesso “perché ciò succede nel mare profondo influisce sulla vita sulla terra e viceversa. Questa ricerca è fondamentale per far progredire la nostra comprensione di quella connessione e l'importanza di proteggere questi fragili ecosistemi”.