Greenpeace Italia e ReCommon lanciano la prima causa civile contro Eni

ReCommon e Greenpeace si uniscono per lanciare la prima causa italiana contro Eni, la più grande compagnia petrolifera del Paese.
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Francesco Castagna 9 Maggio 2023

Durante la conferenza online che si è tenuta il 9 maggio 2023 Greenpeace Italia e ReCommon hanno comunicato di voler avviare un'azione legale contro Eni. "Siamo qua per lanciare un'azione legale di Climate Mitigation, quindi un'azione legale di ambito climatico". Oggi sono circa duemila le cause di questo tipo, a spiegare il motivo della conferenza è Antonio Tricarico (ReCommon).

Alle 10.15 gli avvocati delle associazioni si sono incontrati al Tribunale di Roma e hanno notificato un atto di citazione per quella che è una causa civile contro Eni Spa per aver violato gli Accordi di Parigi. Non rimanere entro 1,5° genera impatti che sono sanciti e protetti anche dalla Costituzione italiana, spiega Tricarico.

La richiesta delle associazioni è di un risarcimento danni e che un giudice accerti le responsabilità di Eni e di chi ha approvato la strategia energetica del colosso petrolifero. Inoltre le organizzazioni chiedono a Eni di cambiare la propria strategia aziendale.

L'Italia e l'area del Mediterraneo è già a rischio, "è davvero criminale non agire", spiega Tricarico. Per questo motivo ReCommon ha incontrato Greenpeace per unirsi nella causa, in un momento storico in cui le cause di carattere ambientale stanno prendendo piede e sono una delle mosse principali per chiedere il conto delle azioni delle compagnie petrolifere.

"Eni è stato il primo emettitore di gas serra nel mondo, non c'è dubbio che Eni è il campione italiano del mondo, ma è un campione fossile", spiega Tricarico. Per questo hanno deciso di citare in giudizio anche il Ministero delle Finanze e Cassa Depositi e Prestiti, il 10 maggio si svolgerà l'assemblea che avverrà a porte chiuse, una scelta criticata dalle associazioni che avrebbero voluto intervenire per denunciare le azioni della strategia climatica portata avanti dall'Amministratore Delegato Claudio Descalzi.

A intervenire durante la conferenza anche l'avvocato che ha presentato l'azione legale, Alessandro Gariglio, che ha spiegato che a partire da fine settembre sarà possibile capire come Eni risponderà a questa azione legale.

Il PNIEC poi sarà uno degli altri nodi fondamentali da risolvere, dal momento che il governo dovrà presentarlo all'Unione Europea. L'Ansa ha quindi chiesto se Greenpeace ha intenzione di chiedere al Governo di cambiare strategia. L'Ong ha risposto che, pur con i suoi dubbi, chiederanno all'esecutivo di Giorgia Meloni di investire nelle rinnovabili, ma soprattutto di sbloccarle.

In relazione alla notizia della causa di ReCommon e Greenpeace, Eni ha risposto che: “Eni prende atto dell’iniziativa annunciata oggi da ReCommon e Greenpeace. Eni  dimostrerà in Tribunale l’infondatezza dell’azione messa in campo e, per quanto necessario, la correttezza del proprio operato e della propria strategia di trasformazione e decarbonizzazione, che mette insieme e bilancia gli obiettivi imprescindibili della sostenibilità, della sicurezza energetica e della competitività del Paese […]".