
Per gli attivisti ambientalisti non è di certo facile continuare a manifestare il proprio dissenso senza incorrere in sanzioni o denunce. Lo sa bene anche Greta Thunberg, che ha appena ricevuto una multa per aver disobbedito alla polizia in Svezia, a seguito di una manifestazione organizzata lo scorso 19 giugno nei pressi di un terminal petrolifero di Malmo.
L'attivista svedese, simbolo del movimento Fridays for Future, si era unita al "Ta tillbaka framtiden", un movimento locale che lotta per sensibilizzare i cittadini e le istituzioni sul cambiamento climatico.
"Oggi, per il terzo giorno consecutivo, @TTFramtiden ha bloccato petroliere nel porto petrolifero di Malmö. La crisi climatica è una questione di vita o di morte per innumerevoli persone. Scegliamo di fermare fisicamente le infrastrutture per i combustibili fossili. Rivendichiamo il futuro", ha scritto Greta Thunberg, ben consapevole del rischio di incorrere a una eventuale sanzione. Come ha infatti dichiarato in quell'occasione: "Sappiamo che non possiamo salvare il mondo seguendo le regole, perché le regole devono cambiare".
La sentenza infatti non ha fermato gli attivisti, compresa Greta Thunberg, che poco dopo sono tornati nello stesso luogo per un altro posto di blocco. Subito dopo sono stati rimossi dalla polizia con la forza.
Per continuare a chiedere con insistenza che i governi facciano leggi adeguate contro il cambiamento climatico, ora Greta deve difendersi in tribunale. L'attivista dovrà pagare nel frattempo una multa, come ha ordinato la Corte, pari a 130 euro e altre 1000 corone per altri reati.
Dopo aver ammesso di aver commesso il fatto, Thunberg ha detto alla corte: "Credo che siamo in un'emergenza che minaccia la vita, la salute e la proprietà. Innumerevoli persone e comunità sono a rischio sia nel breve che nel lungo termine", e ha poi aggiunto ai giornalisti che erano presenti in aula:"È assurdo che coloro che agiscono in linea con la scienza debbano pagarne il prezzo".