Nonostante l'emergenza stia fortunatamente continuando a rientrare, dispositivi di protezione come guanti e mascherine fanno parte ormai della nostra vita quotidiana, fondamentali per proteggersi nei luoghi affollati e necessari per tutti gli operatori sanitari ancora impegnati in prima linea. Questo sta generando un'ondata di nuovi rifiuti indifferenziati (mascherine e guanti monouso vanno gettati nell'indifferenziato) difficili da gestire per gli impianti di smaltimento.

Come riporta l'inchiesta di Dataroom sul Corriere della Sera, citando dati Ispra, in Italia ogni giorno consumiamo 37,5 milioni di mascherine e 80 milioni di guanti, che calcolando 11 grammi di peso medio per mascherina e lo stesso peso per due guanti, a fine giornata sono 1.240 tonnellate di rifiuti indifferenziati in 24 ore. A fine anno fanno 300mila tonnellate, la cui produzione non viene ora compensata dalla minor creazione di rifiuti industriali e commerciali, come avveniva durante il lockdown. Anzi, con l'obbligo di seguire determinate norme anti-contagio, in certi campi stiamo purtroppo assistendo alla produzione di nuovi prodotti monouso.

Le 300mila tonnellate di nuovi rifiuti indifferenziati si aggiungo alle 12,6 milioni di tonnellate di indifferenziato che produciamo all'anno (su 30 milioni totali): di questi, il 50% finisce in discarica, il resto bruciato nei termovalorizzatori, ma in generale non siamo in grado di smaltire tutti questi rifiuti, e infatti siamo costretti a mandarli all'estero (o, peggio ancora, qualcuno li brucia illegalmente, con danni ambientali gravi). Come possiamo fare, quindi? Per le mascherine, passiamo a quelle riutilizzabili e lavabili, che sono altrettanto sicure e anche migliori esteticamente. Per i guanti, usiamoli solo quando necessari, altrimenti curiamo con attenzione l'igiene delle mani: nella maggior parte dei casi basta quello.