Gli incivili, è giusto chiamarli così, continuano a inquinare l'ambiente lasciando non solo i mozziconi di sigarette per terra, ma anche milioni di mascherine e guanti in lattice o di altro materiale. In un rapporto dell'Ispra sono stati analizzati i rischi ambientali di tutti quei dispositivi di protezione individuale che terminano sui marciapiedi e nelle strade della tua città o del tuo paese, ma anche e soprattutto sulle spiagge e di conseguenza in mare.
Attualmente, sempre citando l'Ispra, il fabbisogno giornaliero di mascherine, mentre stai affrontando la fase 2, è di circa 35-40 milioni di pezzi in Italia, ma non smaltirli correttamente provocherebbe ulteriori problemi all'ambiente. Tonnellate e tonnellate di rifiuti di nuova leva che si aggiungono alla tanto agognata plastica. Per non parlare anche dei guanti di ogni tipo che, anch'essi, spesso e volentieri si trovano sul ciglio della strada, completamente abbandonati.
Moltiplicando un singolo guanto o una mascherina per migliaia di unità, i rifiuti inquinanti lasciati per strada raggiungono centinaia di tonnellate e questo non va bene. La produzione di rifiuti come mascherine e guanti, alla fine del 2020, sarebbe tra i 160mila e le 440mila tonnellate: conferire i rifiuti nel sacchetto dell'indifferenziata è più che un obbligo, oltre che un dovere civile e ambientale.