
Confinata in uno spazio di 0,40 ettari Happy è destinata a rimanere sola. Non ha diritti umani perché è “solo” un’elefantessa, e pertanto non può essere riconosciuta come una persona.
A deciderlo è stato il giudice Alison Tuitt della Corte d'Appello statunitense che ha respinto senza remore le istanze animaliste presentate dall’organizzazione Nonhuman Rights Project confermando quanto enunciato già dai tribunali dello stato di New York: “Gli animali non sono legalmente persone”, pertanto Happy non può essere trasferita in un santuario, ma rimane nello zoo del Bronx in cui è custodita.
La storia di Happy non rende onore al suo nome. Questa elefantessa asiatica è nata allo stato brado in Asia ed è stata poi portata negli Stati Uniti quando aveva solo un anno. Per 25 anni Happy ha avuto la compagnia di un’altra femmina di nome Grumpy, che purtroppo nel 2002, è stata ferita a morte in uno scontro con altri due elefanti dello zoo del Bronx. A quel punto Happy ha avuto la compagnia di un altro elefante, Sammie, fino alla sua morte nel 2006 a causa di un'insufficienza renale.
Oggi Happy è completamente sola. Imprigionata in un’area insufficiente, rispetto a quanto le sarebbe necessario per vivere degnamente libera in natura.
Secondo la società che gestisce lo zoo, la Wildlife Conservation Society è stata una vittoria del “buon senso”, ma il gruppo per i diritti degli animali che ha sostenuto la battaglia per la liberazione di Happy è di parere opposto e ha già annunciato che non abbandonerà lo scontro legale e si appellerà alla più alta corte dello Stato per cambiare le due sentenze.
A questo si aggiunge che la Wildlife Conservation Society ha deciso di non trovare un altro elefante che possa fare compagnia a Happy, quando invece l'elefantessa ha sempre dimostrato di apprezzare la compagnia di altri esemplari. In questo modo Happy viene crudelmente destinata a duri e lunghi anni di solitudine.