I cambiamenti climatici potrebbero provocare la prossima crisi finanziaria

Un “cigno verde” potrebbe arrivare all’improvviso provocando una crisi economica impossibile da prevedere, legata ai cambiamenti climatici. Lo afferma un rapporto lanciato dalla Banca dei regolamenti internazionali.
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Sara Del Dot 23 Gennaio 2020

I cambiamenti climatici stanno colpendo molti aspetti delle nostre vite. La nostra quotidianità, i nostri viaggi, le nostre coscienze, ogni cosa, ogni abitudine sta iniziando ad applicarsi a ciò che a breve potrebbe succedere al Pianeta. E questo accade nelle nostre azioni dirette, ma anche a livello politico e finanziario.

Forse non ci avevi mai pensato, ma climate change e crisi economica sono due concetti che potrebbero essere legati a doppio filo. E a testimoniarlo chiaramente è un rapporto chiamato “Cigno verde. Cambiamenti climatici e stabilità del sistema finanziario: quale ruolo per banche centrali, regolatori e supervisori” realizzato da Luiz Awazu Pereira de Silva, Patrick Bolton, Morgan Després, Frédéric Samama e Romain Svartzman e lanciato dalla Banca dei regolamenti internazionali (BRI), la più antica istituzione finanziaria internazionale e supporto per le banche centrali mondiali.

Il rapporto analizza il fenomeno dei cambiamenti climatici in reazione alla ricaduta che potrebbero avere sulla stabilità economica e finanziaria, suggerendo poi il comportamento che le banche centrali dovrebbero adottare per fronteggiare un problema i cui effetti sono imprevedibili. Infatti, i cambiamenti climatici rappresentano una fonte di instabilità finanziaria e dei prezzi, dal momento che non è possibile prevederne gli effetti e le eventuali reazioni a catena che sono in grado di provocare. E questa instabilità si riversa sia sui mercati sia sugli investimenti. Facciamo un esempio per capire meglio. Se una banca eroga finanziamenti a una società che produce emissioni inquinanti e in seguito le norme sull’inquinamento dell’aria vengono modificate a causa dei cambiamenti climatici, la società che ha ricevuto il finanziamento potrebbe non essere più in grado di restituire il prestito perché non riesce più a esercitare e produrre come prima. Il risultato è che il rischio climatico (ambientale) si è trasformato in un rischio credito a causa dei cambiamenti che può comportare in termini di normative e di scelte di investimento. Secondo il rapporto, quindi, all’orizzonte, c’è questo cigno verde in avvicinamento.

Cigno verde

L’espressione “cigno verde” si rifà a quella utilizzata nel libro del 2007 “The Black Swan”, ovvero “il Cigno nero” e identifica un evento inatteso e catastrofico dovuto ai cambiamenti climatici, impossibile da prevedere con i sistemi di analisi tradizionali e quindi ancora più pericoloso degli altri. L’impatto del cigno verde potrebbe essere molto esteso e distruttivo, anche a causa del fatto che potrebbero derivarvi effetti e reazioni a catena. Per questo, risulta necessario provare a gestirlo e prevederlo utilizzando modelli diversi da quelli utilizzati fino a oggi per affrontare le altre crisi economiche. Sempre secondo il rapporto, il cigno verde risulta particolarmente pericoloso perché, oltre al fatto che potrebbe innescare imprevedibili reazioni a catena, si verificherà sicuramente, ma non si sa ancora quando e con che forza. Le catastrofi naturali, poi, sono in grado di provocare seri danni all’umanità.

Cosa fare

Per gestire nel modo migliore possibile una potenziale crisi finanziaria dovuta ai cambiamenti climatici, è molto importante che le banche centrali non rimangano ferme in attesa che altre autorità governative facciano il primo passo, ma si muovano per non lasciarsi trascinare in “territori inesplorati”. Sono quindi loro stesse a dover mettere in pratica un cambiamento, sollecitando un coordinamento tra e con i vari settori (pubblico, privato, comunitario…) per la creazione di nuovi modelli che sappiano resistere e contrastare il cambiamento, che come abbiamo detto arriverà quando meno ce lo aspettiamo. È inoltre importante introdurre la sostenibilità tra gli obiettivi delle politiche monetarie e inserire all’interno dei programmi di sostegno all’economia le considerazioni Esg, ovvero i criteri per individuare gli investimenti sostenibili.