I fondi destinati alle aree protette sono stati tagliati per le bollette. Il Ministero: “Errore formale, quei soldi non verranno toccati”

È di due giorni fa la denuncia da parte di Federparchi e Legambiente, che avevano visto i fondi destinati a parchi naturali e aree marine protette essere dirottati verso tutt’altro scopo, il contenimento dell’aumento delle bollette. Ieri, però, il Ministro della Transizione ecologica ha rassicurato: quei soldi non verranno toccati.
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Sara Del Dot 8 Luglio 2021

80 milioni di euro che prima erano destinati a parchi nazionali e aree marine protette, e in un attimo sembravano aver cambiato rotta verso il fondo destinato al contenimento degli aumenti delle bollette energetiche. Si tratta dei fondi già da tempo stanziati per il programma “Parchi per il Clima” che con il decreto legge 30 giugno 2021 n.99 recante “Misure urgenti in materia fiscale, di tutela del lavoro, dei consumatori e di sostegno alle imprese” sono stati dirottati a favore del contenimento delle bollette energetiche e quindi, in sostanza, verso i combustibili fossili. Ma nemmeno 24 ore dopo il Ministero della transizione ecologica ha chiarito la situazione, definendola un “errore formale” e garantendo che i fondi per i parchi e le aree marine non verranno toccati.

Cosa è successo

La denuncia era arrivata due giorni fa proprio da Federparchi che in un comunicato ha condannato fermamente il “colpo di spugna” improvviso che sembrava aver cancellato mesi di lavori e preparazione delle parti coinvolte.

In una nota ufficiale pubblicata il 6 luglio si leggeva infatti che: “Il decreto è del 30 Giugno e, sinceramente, non sappiamo come interpretare le dichiarazioni che il ministro Cingolani ha rilasciato alla Stampa uscita il successivo 1 Luglio. ‘Dovremo far pagare molto la CO2 con conseguenze, ad esempio, sulla bolletta energetica’. La domanda è: il ministro non lo sapeva che il giorno prima con un decreto il governo aveva fatto l'esatto contrario e che quindi la sua opinione non aveva avuto nessuna influenza? (…) Se questo governo ritiene che aree protette e biodiversità siano materie irrilevanti per l'Italia e che dalla mattina alla sera si può cancellare uno stanziamento di 80 milioni destinato al contenimento delle emissioni per favorire l'utilizzo di fonti fossili, di quale transizione ecologica parliamo?”

La manovra è stata molto criticata anche da Legambiente il cui presidente Stefano Ciafani ha dichiarato all’agenzia Adnkronos che “Il governo nella sua interezza deve decidere se vuole investire sul sistema dei parchi. Non è sufficiente che un ministero decida di praticare una strada quando ce n’è un altro che decide di tagliare. Abbiamo degli obblighi europei, al 2030 la strategia sulla biodiversità prevede che il 30% del territorio nazionale su terraferma e il 30% delle aree marine vengano protetti e oggi queste percentuali non le raggiungiamo. Su questo, da parte del governo serve un segnale concreto e coerente da parte di tutti i ministeri”.

Ulteriori critiche sono arrivate anche dal Partito Democratico, la cui responsabile della Transizione ecologica, Sostenibilità e Infrastrutture Chiara Braga ha dichiarato in una nota ufficiale che: “è inaccettabile che si distolgano risorse importanti destinate al programma “Parchi per il Clima”, oggi nella disponibilità del Ministero della transizione ecologica, seppure per coprire un obiettivo condivisibile come il contenimento degli aumenti delle bollette energetiche. C’è in questa scelta un controsenso palese rispetto agli obiettivi della transizione ecologica; chiediamo al Ministro Cingolani e al Governo di intervenire per porre rimedio a questo grave errore.”

La spiegazione del Ministero

Dopo la pioggia di critiche il ministro della Transizione ecologica ha scelto di chiarire come sono andate le cose spiegando come si tratti di un “errore formale” che non toccherà in alcun modo i fondi previsti per parchi e aree marine protette.

Ecco la dichiarazione completa:

“Il Ministero della Transizione Ecologica (MiTE) ha emesso il bando Parchi per il clima 2021 il 14 giugno scorso. E ha stanziato 80 milioni per la realizzazione delle attività correlate a valere sui fondi delle aste ETS. Questa cifra, essendo già impegnata, non può quindi essere stornata. Per la copertura del decreto legge 99 del 30 giugno recante “Misure urgenti in materia fiscale, di tutela del lavoro, dei consumatori e di sostegno alle imprese”, detto salva bollette, il Mite ha invece dato la disponibilità dei fondi provenienti dalle aste ETS *non ancora impegnati*. Pertanto è evidente che nella scrittura delle norme di copertura non si è tenuto conto che i fondi del relativo bando Parchi per il clima non erano utilizzabili. Si è trattato quindi di un errore formale per il quale siamo sicuri che verrà posto rimedio il prima possibile”.

In pratica il decreto legge prendeva in considerazione tutta una sere di fondi da cui erano formalmente esclusi i soldi già assegnati ai parchi, situazione che però non è stata descritta nella formulazione del decreto legge.

Non abbiamo alcuna intenzione di far toccare i fondi per i parchi, che sono scrigno di biodiversità, necessitano anzi di essere valorizzati nel solco dello sviluppo sostenibile” prosegue la dichiarazione del Ministro all’interno del comunicato, a cui si è aggiunta anche la voce della sottosegretaria al Mite, Ilaria Fontana: “II programma Parchi per il Clima resta finanziato con la sua dotazione originaria e non potrebbe essere diversamente, data la grande rilevanza delle attività collegate e il ruolo centrale delle aree protette nella lotta agli sconvolgimenti climatici e nell’impegno comune per la transizione ecologica”.

Sempre nella nota di Federparchi si segnala che nel PNRR il governo ha destinato soltanto lo 0,04% dei fondi per aree protette e biodiversità, ignorando le indicazioni dell'Unione europea nella strategia per la biodiversità 2030.