Pianura Padana, l’inchiesta del Guardian e la dura realtà: i lockdown climatici esistono, ma non vogliamo ammetterlo

In Lombardia la qualità dell’aria è peggiorata anche a causa delle attività umane. Lo dimostra l’ultima inchiesta del Guardian, ma lo stesso hanno fatto le decine di interviste realizzate da Ohga negli ultimi anni.
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Francesco Castagna 22 Settembre 2023
In collaborazione con Prof. Angelo Robotto Direttore generale Arpa Piemonte

Non è una novità che la Pianura Padana sia la zona più inquinata d'Europa, ma probabilmente se a dircelo è un giornale britannico ci fa più effetto. Come quando un parente che non vedi da tempo ti guarda e ti dice che sei cresciuto, e tu osservandoti in realtà non noti niente di diverso.

Il quotidiano inglese "The Guardian" ha realizzato un'inchiesta sulla qualità dell'aria di quella che chiama "The Po Valley", ma che noi conosciamo storicamente come la Pianura Padana. Quando si dice che i soldi non fanno la felicità, perché l'importante è che ci sia la salute.

È l'esempio di Cremona, una delle province più ricche della Lombardia e dell'Italia, ma dove purtroppo l'inquinamento da industrie, le auto e gli scarti di animali da allevamento stanno mettendo a serio rischio la salute degli abitanti del posto. Un'aria insalubre a tal punto che i cittadini si sono chiusi in casa, come riferisce al The Guardian Cristiano Magnani, cittadino di Crotta d'Adda: "Non si può uscire, non si può fare nulla. Anche la casa non è più sicura, perché la puzza entra dappertutto e dura per settimane. La ciliegina sulla torta è che viviamo in una zona circondata da tutte le cose che causano inquinamento".

Vomito, difficoltà respiratorie, vertigini, occhi gonfi e mal di testa. Questi sono i sintomi di chi è entrato in contatto con quello che il quotidiano definisce un "fetore insopportabile e potenzialmente nocivo" proveniente dall'area agricola circostante.

Crosta d'Adda è infatti una cittadina circondata da allevamenti di suini e pollame. Gli animali da allevamento producono escrementi, che poi vengono trasformati in fertilizzante dagli allevatori. Il processo è noto come "spandimento di fanghi", ne segue il successivo spargimento sui terreni agricoli. Le norme regionali per regolare operazioni di questo tipo risultano ancora poco efficienti.

Angelo Robotto, Direttore generale Arpa Piemonte, ci aveva spiegato: "I lettori e i cittadini devono capire che, nel momento in cui si espandono i liquami del letame, si sviluppa dell'ammoniaca che genera delle reazioni chimiche in aria e diventa anch'essa polvere, questa sostanza può viaggiare anche per 20 km prima di ricadere. È importante che le misure che vengono imposte sono misure che vanno a toccare l'agricoltura perché quelle polveri possono ricadere esattamente sulla città".

Inquinamento

Robotto ci aveva anche detto che il problema non sono tanto le fabbriche, che finalmente hanno i sensori che registrano i livelli di agenti inquinanti, quanto le cattive abitudini dei cittadini che, se sommate, diventano problematiche. In più c'è sempre da tenere conto di quella che purtroppo è una condanna per l'area, ovvero la sua conformazione geografica.

I monti infatti non permettono un ricambio di aria sufficiente, Milano infatti è una delle città meno ventose d'Europa. Il problema è dunque meteo-orografico: montagne, pianura e massa d'aria non permettono di diluire gli inquinanti.