
La crisi climatica da una parte, l'aumento dei costi di produzione dovuta al rincaro energetico dall'altra: due fattori che insieme stanno mettendo in crisi la produzione agricola in Italia. Ne sanno qualcosa i produttori siciliani del cantalupo, la varietà di melone di cui è patria Palma di Montechiaro, in provincia di Agrigento.
A causa della sovrapproduzione, dovuta anche a una domanda ben inferiore rispetto all'offerta, praticamente vendere non conviene più e i produttori piuttosto che svendere preferiscono mandare al macero i loro meloni.
Stando a quanto dichiarato da alcuni produttori del posto a Il Fatto Quotidiano, gli imprenditori locali sono costretti a rivendere i meloni a 30/40 centesimi al chilo – fino a qualche mese fa anche a 10/20 centesimi -, una somma inferiore alla spesa necessaria per coltivarli e produrli, che ammonta a circa 60/70 centesimi al chilo.
In queste condizioni, molti produttori scelgono di non provare nemmeno a venderli e di mandarli direttamente al macero.
Se da una parte ci sono i fattori sopraddetti, dall'altra ci sono i rincari sui prodotti alimentari, dovuti all'inflazione, che disincantavano i consumatori ad acquistare i meloni.
A questo punto i produttori piuttosto che far fronte anche ai costi necessari per l'imballaggio, anch'essi aumentati per il rincaro delle materie impiegate – in primis la plastica – decidono di buttar via il prodotto del loro lavoro.
Ma l'inflazione e gli aumenti dei costi di produzione non bastano a spiegare la sovrapproduzione. Quest'ultima è stata infatti – spiegano sempre gli imprenditori – causata dal cambiamento climatico. Secondo una delle più classiche leggi del mercato, l'aumento dell'offerta ha fatto inflazionare il prezzo. Almeno questo è vero per la materia prima, mentre nei reparti del supermercato – denunciano i produttori siciliani – i loro meloni continuano ad essere venduti a cifre ben più elevate, che superano anche i due euro al chilo.
La situazione è così critica che il sindaco di Palma di Montechiaro, Stefano Castellino, si è appellato direttamente al ministro dell'Agricoltura e della Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida.
"Abbiamo l'urgenza che si affronti il problema delle produzioni agricole del Meridione, dell'Italia tutta, e in particolare della Regione siciliana, affinché questo prodotto venga consumato da noi italiani per consentire un minimo guadagno che oggi manca e che sta mettendo in ginocchio la nostra comunità", ha detto il primo cittadino, chiedendo l'intervento del governo "per preservare il settore".