I pro e i contro del riscaldamento a pavimento

Molte persone oggi preferiscono impianti di questo tipo: distribuiscono meglio il calore e consentono di risparmiare energia, ma la loro installazione è abbastanza costosa.
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Gianluca Cedolin 9 Aprile 2021

I primi, rudimentali sistemi di riscaldamento a pavimento risalgono addirittura, in base a quanto arriva dalle scoperte archeologiche, ai tempi prima di Cristo, quando lo utilizzavano gli egiziani, i cinesi e soprattutto i romani. Negli anni '50 ha ricominciato a essere usato, ma solamente negli ultimi anni, grazie alle innovazioni tecnologiche, sta cominciando a essere preferito da molte persone per via dei suoi benefici in termini sia di resa, sia di risparmio energetico (e quindi di tutela ambientale).

Come funziona il riscaldamento a pavimento

Gli impianti di riscaldamento a pavimento sono sostanzialmente di due tipi: ad acqua o elettrici. La struttura è simile: sotto il pavimento viene installato un sistema di tubazioni (per il sistema ad acqua) o di resistenze elettriche, e questo viene appoggiato a dei pannelli isolanti. Tramite il principio dell'irraggiamento, i pannelli trasmettono il calore in maniera omogenea in tutta la casa, da terra fino al soffitto. Nei sistemi ad acqua, i più frequenti, l'acqua viene riscaldata da una caldaia o da una pompa di calore, oppure, meglio ancora, da impianti fotovoltaici, l'opzione sicuramente più sostenibile.

I vantaggi

I pro del riscaldamento a pavimento non sono pochi: innanzitutto, come detto, permette di distribuire il calore in maniera più uniforme, a differenza degli impianti classici, dove il calore si concentra principalmente vicino ai radiatori. Questo calore, inoltre, può diventare fresco d'estate, se viene immessa nel sistema dell'acqua fredda, evitando però i fastidiosi getti d'aria dei condizionatori.

Gli aspetti più interessanti degli impianti a pannelli radianti, come vengono anche chiamati, riguarda tuttavia i consumi energetici: per funzionare bene è sufficiente portare l'acqua a una temperatura tra i 30 e i 40 gradi, mentre per i tradizionali impianti con i termosifoni bisogna arrivare a circa 70 gradi. Per questo motivo, tra l'altro, usare le rinnovabili per gli impianti a radiatori è quasi impossibile, perché non si riescono a raggiungere quelle temperature, mentre per l'impianto a pavimento è una soluzione praticabile. In generale, si stima per il riscaldamento a pavimento un risparmio energetico annuale compreso tra il 25 e il 35 per cento, con i conseguenti benefici per l'ambiente (e per il portafoglio) che ne derivano.

Gli svantaggi

Ci sono però anche aspetti più negativi da considerare: detto che il risparmio in termini economici ed energetici è evidente, l'installazione di un impianto di riscaldamento a pavimento può costare anche il 50 per cento in più di uno tradizionale. Sono soldi che si ammortizzano, e in certi casi ci sono sgravi e bonus per i nuovi impianti, però l'investimento iniziale è più sostanzioso. Inoltre, seppur gli interventi di manutenzione siano generalmente meno necessari e frequenti, in caso di danni ai tubi sarà necessario rimuovere una parte del pavimento, con tutto quello che deriva da un disguido del genere. Per installarlo, inoltre, potrebbe essere necessario rialzare di 4-5 centimetri la pavimentazione.