“I prodotti siano più riciclabili e riparabili”. Ecco il piano dell’Ue per rafforzare l’economia circolare

La Commissione Europea ha presentato il nuovo Circular Economy Action Plan, che rientra nella più ampia cornice del Green Deal europeo. Principale obiettivo: progettare i prodotti in maniera che durino più a lungo, riducendo il loro impatto ambientale. Per questo si punta a limitare il monouso e a promuovere invece il riciclo.
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Federico Turrisi 15 Marzo 2020

Si aggiunge un altro tassello al Green New Deal fortemente voluto dalla Commissione Europea guidata da Ursula von der Leyen. Dopo la recente proposta di legge sul clima, che però è stata giudicata insufficiente da Greta Thunberg e da varie organizzazioni ambientaliste, arriva il Circular Economy Action Plan, il nuovo piano d'azione dell'Unione Europea per sostenere l'economia circolare e allungare il ciclo di vita dei prodotti, garantendo la transizione verso un futuro più sostenibile.

Come? Facendo in modo di contenere lo spreco di risorse, favorendo il riuso, il riciclo e la riparazione degli oggetti. Il concetto di monouso dovrebbe uscire, per quanto possibile, dalla tua mentalità, e infatti nella nuova strategia ci sono indicazioni per ridurre la presenza di prodotti usa e getta, per esempio nei servizi di ristorazione. Oppure pensa al tuo smartphone: quante volte ti sei lamentato che dopo due anni era ormai inutilizzabile? Ecco, con questo piano si vuole evitare proprio una situazione del genere. Ma vediamo nel dettaglio quali misure intende proporre la Commissione Europea:

  • far sì che i  prodotti immessi sul mercato dell'Unione Europea siano progettati per durare più a lungo, siano più facili da riutilizzare, riparare e riciclare, e contengano il più possibile materiali riciclati anziché materie prime primarie. Le misure limiteranno inoltre i prodotti monouso, si occuperanno dell'obsolescenza prematura e vieteranno la distruzione di beni durevoli invenduti;
  • responsabilizzare i consumatori dando loro accesso a informazioni attendibili su questioni come la riparabilità e la durabilità dei prodotti, così che possano compiere scelte più sostenibili e godere di un vero e proprio "diritto alla riparazione";
  • incentrare l'attenzione sui settori che utilizzano più risorse e che hanno un elevato potenziale di circolarità, come l'elettronica, il tessile, l'edilizia e il comparto delle materie plastiche;
  • ridurre i rifiuti e trasformarli in risorse secondarie di elevata qualità che beneficiano di un mercato delle materie prime secondarie efficiente. La Commissione esaminerà la possibilità di introdurre un modello armonizzato a livello comunitario per la raccolta differenziata e l'etichettatura dei rifiuti. Il piano d'azione prevede inoltre una serie di interventi volti a ridurre al minimo le esportazioni di rifiuti europei e a contrastare il fenomeno delle spedizioni illegali.

"Se vogliamo raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, preservare il nostro ambiente naturale e rafforzare la competitività delle nostre imprese, la nostra economia deve diventare pienamente circolare", commenta Frans Timmermans, vicepresidente esecutivo responsabile per il Green Deal europeo. "Il nostro modello economico di oggi è ancora, per lo più, lineare: solo il 12 % delle materie secondarie e delle risorse vengono reintrodotti nell'economia. Esiste un enorme potenziale da sfruttare sia per le imprese che per i consumatori e con il piano odierno abbiamo avviato una serie di interventi volti a trasformare il modo in cui i prodotti sono fabbricati e consentire ai consumatori di effettuare scelte sostenibili a proprio vantaggio e a beneficio dell'ambiente".

Il passaggio successivo ora prevede che la Commissione Europea elabori il testo della proposta di legge così da sottoporlo poi all'esame del Consiglio e del Parlamento Europeo. Tutto bene quel che finisce bene? Non proprio. Lo European Environmental Bureau (EEB), una rete che comprende oltre 140 organizzazioni ambientaliste di 30 paesi, pur elogiando la strategia europea, mette in evidenza alcune ombre del nuovo piano per l'economia circolare presentato dalla Commissione.

"Il piano per l'economia circolare della Commissione europea – si legge nella nota dell'associazione – è una grande opportunità per trasformare il modo in cui produciamo e utilizziamo i nostri prodotti al fine di dare benefici alle persone e al pianeta; è la proposta più ambiziosa e completa mai presentata per ridurre l'impatto ambientale delle nostre attività economiche".

C'è un ma. Mancano ancora degli obiettivi vincolanti per la riduzione dell'uso delle risorse. Le uniche voci per le quali la Commissione ha indicato che emanerà nuove disposizioni vincolanti sono quelle relative agli imballaggi e alla plastica. "Abbiamo un solo pianeta, ma continuiamo a consumare risorse come se ce ne fossero tre: è tempo di fare di più con meno", conclude Stephane Arditi, Policy Manager per l'economia circolare di EEB. Troppo spesso ce ne dimentichiamo.