I veterinari inglesi hanno chiesto l’obbligo di stordire le aragoste prima di bollirle vive

Quando vengono gettate in acqua bollente per essere cucinate, le aragoste soffrono tantissimo proprio come qualunque altro animale. Per questo la British Veterinary Association, che rappresenta circa 18.000 veterinari, ha chiesto di introdurre l’obbligo di stordirle prima di bollirle vive.
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Sara Del Dot 2 Settembre 2020

La conosciamo come il piatto “di lusso”, ma è famosa anche e soprattutto per il modo in cui viene cucinata. L’aragosta, infatti, oltre a rappresentare un alimento molto richiesto (soprattutto da chi può permetterselo economicamente), per arrivare in tavola deve passare per una preparazione dolorosa, dal momento che viene bollita viva per diversi minuti. Una pratica decisamente poco condivisa e condivisibile, anche perché sono diversi gli chef e gli addetti in cucina che dichiarano di averle sentite “urlare” una volta gettate nell’acqua bollente.

Da alcuni anni ormai, diversi studi scientifici hanno dimostrato che il sistema nervoso delle aragoste non le tutela dalla sofferenza mettendole in stato di shock, ma le rende invece molto sensibili al dolore, proprio come un qualunque mammifero. Per questo, nel corso del tempo sono state avanzate numerose richieste e introdotti diversi espedienti per riuscire a rendere il percorso di questi crostacei meno doloroso.

In Svizzera, ad esempio, dal 2018 è vietato gettare le aragoste in acqua bollente senza prima averle stordite, così come in Norvegia, Austria e Nuova Zelanda, mentre in Italia non si può tenerle sul ghiaccio con le chele legate, sempre vive. Ora sull’argomento sono intervenuti anche i veterinari inglesi, rappresentati dalla British Veterinary Association, che hanno richiesto di introdurre l’obbligo di utilizzare metodi di stordimento su questi animali al fine di evitare un’inutile enorme sofferenza. Una sorta di anestesia che consentirebbe una preparazione più “umana” di un piatto a cui difficilmente gli appassionati rinuncerebbero, ma che tuttavia è importante rivoluzionare in un’ottica di minore sofferenza con medesimo risultato. In più, diversi chef tra cui Giorgio Locatelli, che hanno già adottato questi metodi di stordimento, come ad esempio il Cristastun, dichiarano che il loro utilizzo migliora anche la qualità del piatto dal punto di vista della consistenza e del sapore.