Ti sei accorto che quando vai a fare la spesa i prodotti costano sempre di più? Se non ti è mai successo, te ne renderai conto a fine mese, quando scoprirai di non essere riuscito a mettere da parte gli stessi soldi. Questo accade perché l'inflazione colpisce i risparmi degli italiani. Ma non è solo questo il motivo, a gravare sulla spesa ci sono anche gli eventi estremi. Se ti stai chiedendo quale sia il legame tra le due cose, sappi che è più semplice di quanto immagini. Gli eventi estremi negli ultimi anni hanno messo a dura prova le coltivazioni italiane, a segnalarlo è soprattutto l'associazione di categoria Coldiretti. Siccità, alluvioni, grandinate e bombe d'acqua: questi sono stati i principali nemici della filiera agroalimentare italiana. La conseguenza? Il PIL del nostro Paese ne ha risentito sensibilmente. Così per riparare ai danni delle perdite la filiera ha dovuto aumentare i costi di produzione.
Ecco spiegato brevemente il motivo per cui paghi di più la tua spesa. Ma c'è di più: i nostri sistemi agroalimentari non sono sostenibili. Che vuol dire? Per esempio che non favoriamo produzioni a km 0, non stiamo puntando sulla promozione della sovranità alimentare e in alcun modo stiamo smettendo di produrre energia da combustibili fossili. Anche se le stime europee sono incoraggianti, è necessario sapere che le aziende petrolifere internazionali stanno continuando a ricercare giacimenti di gas in tutto il mondo. Così l'impatto positivo dovuto all'aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili si annulla, o comunque si riduce sensibilmente, a causa di nuove licenze per la ricerca e l'estrazione mineraria.
Questo sistema insostenibile alla fine della filiera grava sempre sui consumatori. E gli effetti li stiamo già pagando, infatti ogni anno i sistemi agroalimentari attuali, che pur sostentano milioni di persone, ci impongono costi nascosti sulla salute e sull'ambiente: l'equivalente di almeno 10.000 miliardi di dollari all'anno. A rivelarlo è uno rapporto condotto dalla FAO, l'Organizzazione per l'alimentazione e l'agricoltura delle Nazioni Unite, nello specifico stiamo parlando dell'edizione del 2023 del documento "The State of Food and Agricolture". Per la prima volta al mondo l'organizzazione ONU ha condotto una ricerca su un campione di 154 Paesi. I ricercatori hanno scoperto che i costi nascosti legati all'intera filiera di tutti i Paesi presi in considerazione rappresentano il 10% del Prodotto interno lordo mondiale.
"Di fronte alle crescenti sfide globali: disponibilità di cibo, accessibilità e convenienza alimentare, crisi climatica, perdita di biodiversità, rallentamenti e flessioni economiche, peggioramento della povertà e altre crisi che si sovrappongono, il futuro dei nostri sistemi agroalimentari dipende dalla nostra volontà di apprezzare tutti i produttori di cibo, grandi o piccoli che siano, di riconoscere questi costi reali e di capire come tutti noi contribuiamo ad essi e quali azioni dobbiamo intraprendere", ha dichiarato il Direttore Generale della FAO Dongyu Qu.
La ricerca condotta dalla FAO avverte che in futuro sarà sempre più necessario modificare le nostre abitudini alimentari, ma anche modificare i nostri sistemi agroalimentari. Nello studio infatti si evince che i costi nascosti sono dovuti a diversi fattori:
Per evitare di pagare dei costi maggiorati sui beni alimentari sicuramente un buon punto di partenza sarebbe dotarsi di un regime di alimentazione, la cosiddetta "dieta". Molti però non hanno una disponibilità economica per permettersi di seguire un percorso con un nutrizionista, per questo motivo esistono dei consigli utili che ti permettono di spendere meno al supermercato e ridurre il tuo impatto ambientale. Una di queste è il kilometro zero, un buon sistema per mangiare meglio e locale, e allo stesso tempo ridurre al minimo le emissioni di CO2 della filiera (si annullano le operazioni di trasporto). Un altro buon metodo è iniziare a ridurre il consumo di carne e a comprare sfuso, ovvero tutti gli alimenti che non dispongono di imballaggi, spesso inutili.
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