Le foreste tropicali, noti polmoni verdi del nostro Pianeta, ospitano una ricchezza straordinaria di biodiversità e svolgono un ruolo cruciale nell'assorbire il carbonio atmosferico attraverso il processo di fotosintesi.
Ciò detto, un recente studio pubblicato sulla rivista Nature – dal titolo Tropical forests are approaching critical temperature thresholds – solleva delle preoccupazioni significative riguardo alla capacità delle foreste tropicali di sopportare l'aumento delle temperature causato dai cambiamenti climatici. A risentirne è proprio la capacità di fotosintesi.
"The critical temperature beyond which photosynthetic machinery in tropical trees begins to fail averages approximately 46,7 °C (Tcrit)": comincia così l'articolo dedicato alla ricerca. Senza mezzi termini. Traducendo si capisce perché questa considerazione è fondamentale (e grave):
La temperatura critica oltre la quale la capacità di fotosintesi delle piante tropicali inizia a venire meno è attorno ai 46,7 gradi centigradi.
L'importanza di questa soglia critica risiede nella sua capacità di influenzare direttamente la capacità delle piante di effettuare la fotosintesi, un processo vitale per la loro crescita e sopravvivenza. E per la nostra, di conseguenza.
La gravità della situazione è chiara, anche perché lo stesso studio mette in luce come le foglie delle piante tropicali si stiano avvicinando o stiano superando questa soglia, proprio a causa del cambiamento climatico che alza le temperature anche nelle zone tropicali. Durante i periodi secchi, le temperature di picco a metà giornata possono superare i 40°C. E in alcuni casi superano anche la soglia critica.
Il problema sta anche nelle predizioni: gli allarmanti dati rispetto al climate change dicono che le temperature aumenteranno (di circa 4 gradi centigradi). Ma se aumenteranno ancora, la temperatura fogliare incrementerà a sua volta, impedendo alle piante di svolgere il loro compito essenziale, la fotosintesi clorofilliana.
L'ipotesi di un incremento di 4°C rientra, secondo chi ha effettuato la ricerca, nello "scenario peggiore" delle previsioni sui cambiamenti climatici.
Tuttavia, "è ancora nelle nostre possibilità decidere il destino di questi ambiti così critici per il carbonio, l'acqua e la biodiversità", avvertono.