
Il Canale di Panama, quello che divide i due oceani più grandi al mondo, sta lottando contro la siccità causata dai cambiamenti climatici. I 77 chilometri del canale sfruttano l'acqua dolce che dovrebbe abbondare in questo periodo, che di norma è quello delle locali piogge. Le precipitazioni, però, scarseggiano e i gestori del canale si sono trovati costretti a contingentare il passaggio delle navi cargo. In questa prima metà dell'anno ha piovuto circa il 50% in meno rispetto alla media del periodo e, il livello d'acqua dei laghi circostanti artificiali Alhajuela e Gatún, si è ridotto notevolmente. Ma non è solo la mancanza di pioggia a preoccupare.
La carenza di acqua dolce è causata anche dalle temperature elevate che aumentano l’evaporazione dell'acqua già presente. Dalle rilevazioni dello Smithsonian Tropical Research Institute questa prima metà d'anno è stata la seconda più secca in 100 anni e i danni potrebbero peggiorare con l'arrivo di El Niño che quest'anno colpirà già da settembre. El Niño è un fenomeno climatico che riscalda la superficie oceanica dell'Oceano Pacifico tropicale, centrale e orientale ma che è capace di influenzare le condizioni meteo-climatiche globali. Questo si alterna a La Niña, che, invece, raffredda le temperature dell'acqua oceanica. Ciò che intimorisce è il fatto che negli ultimi due anni, nonostante abbia dominato La Niña, le temperature non solo non sono calate ma il 2022 è stato l'anno più caldo di sempre.Cosa succederà ora con l'arrivo di El Niño?
Ogni nave, per attraversare la tratta del Canale di Panama, ha bisogno di 51 milioni di litri di acqua. A causa della secca che si sta riscontando, i gestori del Canale hanno contingentato il transito: le prenotazioni di nuovi passaggi sono state limitate a 14 e il pescaggio delle imbarcazioni a 13,4 metri. Riducendo il pescaggio, ovvero la misura della parte di un’imbarcazione che rimane immersa nell’acqua mentre naviga, di fatto si riduce la quantità di merci che possono essere trasportate. Queste limitazioni hanno aumentato anche i tempi di attesa: a Ferragosto, in attesa di imboccare il canale, si contavano quasi 264 navi, il doppio rispetto alle cifre di questo periodo e il costo medio dell’invio di un singolo container dalla Cina agli Stati Uniti è salito da giugno ad oggi del 36%. Ti appariranno evidenti, quindi, i costi che la siccità sta imponendo al commercio marittimo mondiale.
Il Canale di Panama permette di evitare la circumnavigazione dell’America del Sud e, per questo, è attraversato da circa 14mila navi l’anno. Da questo corso d’acqua transita il 3% dei volumi del commercio mondiale e quasi un cargo su 3 di tutti quelli che attraversano il Pacifico. Il 70% dei passaggi è di navi provenienti dagli Stati Uniti o lì dirette e si calcola un via vai di circa 270 miliardi di dollari di merci all'anno.
I lavori di espansione compiuti nel 2016 sono costati 5 miliardi di dollari e hanno reso possibile il passaggio di navi più grandi, quelle ora, però, rischiano di essere le prime a fermarsi per la mancanza d'acqua nel Canale. Quello che preoccupa maggiormente è che, secondo molti esperti, ciò che sta avvenendo in questi giorni è un problema che si ripeterà nei prossimi anni e, con esso, l'aumento dei prezzi delle merci. Il responsabile del Canale, Ricaurte Vasquez, ha dichiarato all’agenzia Reuters che avvertiremo le ricadute economiche soprattutto da ottobre in poi. E intanto El Niño deve ancora arrivare.