Il consumismo può essere davvero green? Il rischio dietro gli acquisti incontrollati, anche se di seconda mano

Comprare oggetti usati o vintage può essere una scelta più sostenibile che comprarne di nuovi, ma se dietro a queste abitudini permane la voglia di “comprare a più non posso”, forse il rischio è quello rimanere imprigionati nella trappola del consumismo. E se dietro il cosiddetto “consumismo green” si nascondesse l’incapacità di maturare un reale cambiamento nelle nostre abitudini d’acquisto?
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Maria Teresa Gasbarrone 11 Settembre 2023

Può il consumismo essere sostenibile? Sembra un ossimoro (e forse lo è) per definizione, eppure l'idea che si possa continuare a consumare, ma con un'attenzione in più al Pianeta è sempre più diffusa. Si parla di "consumismo green" sembra essere un fenomeno in forte crescita, capace di attirare le attenzioni di migliaia di consumatori. Lo dimostrano le diverse iniziative nate negli ultimi anni, anche in Italia, e la grande adesione che hanno ottenuto e continuano ad avere.

D'altronde, la creazione di un modello di produzione e di consumo sostenibile è uno dei 17 obiettivi dell'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, il programma d'azione dell'Onu da realizzare entro il 2030.

Cos'è il consumismo sostenibile?

In genere si tratta di comprare a minor prezzo prodotti "second hand", ovvero usati o vintage. Libri, oggetti di arredamento, ma anche elettrodomestici e indumenti. Spesso i promotori ne esaltano la dimensione etica di una nuova forma di shopping "sostenibile", certo è che anche i prezzi stracciati hanno un loro ruolo nell'attrarre i consumatori.

Uno degli ultimi eventi di questo tipo ha avuto luogo a Milano ed è stato un successo. Si chiama "All you can wear" è si è svolto il 9 settembre, a Milano, presso la sede milanese della cooperativa di lavoro "Di Mano in Mano", che dal 1999 basa le sue attività sul riuso, all'insegna di valori quali la sostenibilità e l'impegno sociale. L'iniziativa ha attratto centinaia, se non migliaia, di ragazzi e ragazze, tanto che gli organizzatori hanno deciso di prolungare l'evento anche nella giornata successiva di domenica 10 settembre.

Nessuno la buonafede degli organizzatori, ma siamo sicuri che perseverare nella mentalità del consumismo e del "comprare più che posso" sia la chiave giusta per vivere in un modo davvero sostenibile? Su questo forse vale la pena riflettere, anche solo per compiere delle scelte consapevoli.

"All you can wear": in che cosa consiste?

Dopo una prima edizione nel 2019 a tema libri, "Di Mano in Mano" ha replicato il format di sua creazione "All you can", ma questa volta a tema abbigliamento: ogni partecipante può prendere tutti gli indumenti – quasi tutti vintage e usati – che riesce a far entrare nella borsa fornitagli dal negozio alla somma fissa di 18 euro.

La prima edizione dell' "All you can wear" ha attratto tantissimi ragazzi e ragazze, anche grazie ai tanti influencer che hanno raccontato su Instagram e TikTik la loro caccia tra vestiti, accessori e quanto altro sono riusciti a scovare e a mettere in borsa.

Fatto sta che il successo è stato tale da costringere gli organizzatori a chiudere la fila e ad aprire anche il giorno dopo, domenica 10 settembre, fino a esaurimento scorte.

Scelte consapevoli

Senza ombra di dubbio dare nuova vita a indumenti e oggetti usati e destinati altrimenti a diventare rifiuti è sicuramente una scelta più sostenibile che acquistare dei nuovi.

Resta però il problema di capire perché le persone sono attratte da questo tipo di eventi. Se si tratta di eventi "one spot", dettati dalla possibilità di "accaparrarsi il maggior numero di indumenti possibili", oppure se la partecipazione a questi eventi sia finalizzata a comprare indumenti di cui si ha davvero bisogno.

Il rischio è insomma quello di restare imprigionati nella trappola del consumismo – ovvero comprare a prescindere, anche cose di cui si potrebbe fare a meno – e non maturare nuove abitudini d'acquisto: ad esempio scegliere di riparare gli indumenti danneggiati, non gettarli via ma donarli e comprare solo nei casi in cui è proprio necessario.