Il destino incerto dei rinoceronti, sempre più minacciati da bracconaggio e deforestazione

Oggi è la giornata mondiale del rinoceronte. Al mondo rimangono pochissimi esemplari (nel caso del rinoceronte di Giava o di quello di Sumatra parliamo di qualche decina) e, nonostante gli sforzi messi in capo per la sua conservazione, il traffico internazionale di corni e la perdita di habitat continuano a mettere a repentaglio il futuro della specie.
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Federico Turrisi 22 Settembre 2021

Quando parliamo di specie a forte rischio di estinzione, è uno dei primi animali che probabilmente ti viene in mente. Stiamo parlando del rinoceronte. O meglio, dei rinoceronti. Perché in realtà di questo mammifero terrestre esistono diverse specie. C'è il rinoceronte bianco, il più grande di tutti e quello meno minacciato: secondo le stime più recenti, si contano allo stato selvatico circa 18 mila esemplari (la maggior parte dei quali vive in Sud Africa).

Troviamo poi quello nero, che invece è classificato dall'Iucn, ossia dall'Unione internazionale per la conservazione della natura, come specie in pericolo critico, dal momento che ne sono rimasti poco più di 5 mila esemplari. E infine, non possiamo non menzionare il rinoceronte di Giava e il rinoceronte di Sumatra, due specie endemiche di queste due isole indonesiane, che sono ormai ridotti a un numero davvero esiguo di esemplari viventi (parliamo rispettivamente di circa 65 e poco più di un centinaio di esemplari).

Per quanto i rinoceronti siano riconosciuti a livello internazionale come animali particolarmente protetti e per quanto negli anni siano stati portati avanti numerosi programmi di conservazione della specie, le buone notizie scarseggiano. A spingere questo animale sempre di più sull'orlo dell'estinzione sono in particolare la perdita di habitat, da una parte, e il bracconaggio, dall'altra. Il rinoceronte infatti è ricercato per il suo corno, che viene utilizzato per realizzare souvenir e oggetti ornamentali oppure viene ridotto in polvere per essere impiegato nella medicina tradizionale orientale. Se ti è capitato di vederle, sono a dir poco strazianti le immagini dei rinoceronti lasciati moribondi con i corni tagliati dai cacciatori di frodo.

Stando a quanto riporta l'agenzia di stampa Reuters, che cita come fonte l'Unodc, l'Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine, attualmente il traffico internazionale di animali selvatici sta tornando a livelli preoccupanti dopo una battuta d'arresto a causa della pandemia. Se non vengono prese subito misure drastiche per fermare questo business nefasto per la biodiversità, per i rinoceronti le speranze di sopravvivenza non faranno che assottigliarsi. E la colpa sarà soltanto di noi uomini.