Il disaccordo di Parigi: gli attivisti citano in giudizio BNP Paribas, è la prima causa contro una banca

Alcune ONG francesi e internazionali, tra cui Oxfam France, Friends of the Earth France and Notre Affaire à Tous, hanno fatto causa a BNP Paribas perché continua a investire nei combustibili fossili. È la prima causa al mondo contro una banca commerciale.
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Francesco Castagna 1 Marzo 2023

Ti sei mai chiesto che ruolo abbiano le banche e i grandi istituti finanziari nella lotta al cambiamento climatico? Se non lo sai, convertire la nostra finanza in chiave green, è uno dei modi significativi per arrivare il prima possibile come Paese alla neutralità carbonica.

Qualche dato ti farà capire subito di cosa stiamo parlando. Per esempio, secondo uno studio condotto da Re:Common e Greenpeace dal titolo "Finanza fossile", la finanza italiana risulta essere il terzo fattore di emissioni di CO2 del Paese.

Soltanto nel 2019, le principali banche ed investitori italiani hanno causato l’emissione di 90 milioni di tonnellate di CO2, superiori, pensa, a quelle prodotte dall’intero settore agricolo del Paese. Di questi 90 milioni, l'80%, ovvero 73 milioni di tonnellate di Co2, sono prodotte soltanto da UniCredit e Intesa Sanpaolo. Pari a quattro volte quelle generate dalle centrali a carbone italiane.

Non te lo aspettavi, vero? Eppure, anche se qui in Italia non c'è ancora molta consapevolezza sul tema, in altri Stati del mondo qualche individuo e alcune organizzazioni se ne rendono conto da tempo. UniCredit, Intesa Sanpaolo sarebbero responsabili dell’80% dei 90 mln di tonnellate di emissioni della finanza, quattro volte quelle generate dalle centrali a carbone italiane.

Lo dimostra il fatto che alcuni attivisti ambientali francesi (Oxfam France, Friends of the Earth France e Notre Affaire à Tous)  hanno fatto causa a BNP Paribas, una delle maggiori istituzioni finanziarie europee responsabile di aver finanziato per anni i combustibili fossili. Si tratta della prima causa sul clima nella storia contro una banca commerciale, e il trend segue le precedenti cause di questi anni, come "Giudizio Universale", la prima azione legale contro lo Stato italiano per non aver fatto abbastanza per contrastare la crisi climatica.

La causa, depositata giovedì 23 febbraio 2023 in tribunale è legata alla legge francese sul dovere di vigilanza delle imprese, che obbliga tutte le grandi imprese con sede in Francia, incluse le società internazionali molto presenti nel Paese, di stabilire un piano chiaro per prevenire i danni ambientali.

Ma perché proprio BNP Paribas? Perché è il primo finanziatore dell'Unione europea per finanziamento dei combustibili fossili. Tra i suoi affari infatti spiccano nomi noti come Total, Chevron, ExxonMobil, Shell, BP, ENI, Repsol ed Equinor, tutte società coinvolte in più di 200 progetti che riguardano i combustibili fossili. In tutto, i progetti, secondo le stime, produrrebbero circa 8,6 miliardi di tonnellate di anidride carbonica.

Ma c'è di più, perché la banca ha dichiarato che attualmente i suoi investimenti sui combustibili fossili sarebbero "residuali", mentre nel 2019 aveva pianificato l'uscita dal carbone e nel 2021 aveva aderito alla Net Zero Banking Alliance delle Nazioni Unite.

Net Zero Banking Alliance

Ma cos'è questo Net Zero Banking Alliance? Sostanzialmente sarebbe un programma delle Nazioni Unite con il quale le banche che hanno aderito si impegnano ad azzerare le proprie emissioni di anidride carbonica entro il 2050. Eppure, secondo gli ultimi dati, le banche in questione sarebbero ben lontane dagli obiettivi prefissati.

Questo perché continuano a investire nei combustibili fossili, come fa proprio BNP Paribas, che ha prestato denaro, insieme ad altri istituti, a TotalEnergies per l'oleodotto dell'Africa orientale (EACOP), nonostante la sua contrarietà nel 2021.

Anche se le ONG avevano avvertito BNP Paribas di una possibile citazione in giudizio, se non avesse rinunciato ai finanziamenti per l'estrazione e la produzione di petrolio dell'80% e di gas del 30% entro il 2030, gli attivisti non sono soddisfatti e hanno voluto procedere con la causa. La banca in un comunicato si è detta dispiaciuta per questa decisione e che si sarebbe aspettata un dialogo tra le parti.

Ma c'è una notizia positiva, il settore finanziario è sempre più chiamato a rispondere delle proprie azioni. Due azioni esemplari sono:

  • La denuncia da parte della società di diritto ambientale ClientEarth, che ha presentato una denuncia contro la Financial Conduct Authority (FCA) UK per aver approvato l'offerta della società Ithaca Energy, chiamando quest'ultima a fornire informazioni adeguate sull'esposizione della società ai rischi legati al clima, e chiedendo ai giudici e se la Financial Conduct Authority avrebbe dovuto approvarlo
  • La prima causa in Brasile contro BNDES, banca di sviluppo nazionale, per cui è stato chiesto alla società di sviluppare un piano di riduzione delle emissioni di gas serra per gli investimenti.