Il Fellaria della Valmalenco, uno dei ghiacciai “Highlander” che ancora resiste al surriscaldamento globale

Non ci sono i geyser, ma se dovessi trovarti nei pressi del Ghiacciaio Fellaria, nell’Alta Valmalenco della Lombardia, avresti l’impressione di trovarti in Islanda. Qui la grande parete di ghiaccio resiste ancora agli effetti dei cambiamenti climatici, ma non si sa ancora per quanto.
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Gaia Cortese 10 Maggio 2021

Negli ultimi 150 anni, i ghiacciai alpini si sono ridotti del 60%. L’allarme è stato lanciato lo scorso dicembre da Legambiente, come riportato in questo articolo de La Repubblica, in seguito a un monitoraggio condotto in collaborazione con il Comitato Glaciologico Italiano:  sotto inchiesta dodici ghiacciai alpini che stanno soffrendo in modo particolare per la perdita di neve e ghiaccio e per la degradazione del permafrost.

Non gode di maggiore salute pochi passi dal confine con la Svizzera, nell’alta Valmalenco, il Ghiacciaio Fellaria, o Vedretta di Fellaria, Nonostante si trovi a quota 3.500 metri, questo ghiacciaio lombardo subisce costantemente la perdita di enormi blocchi di ghiaccio a causa delle alte temperature. Con tutta probabilità, tra qualche anno, tutta l’area si trasformerà in un vasto deserto di rocce, a meno che il surriscaldamento globale non venga arrestato o ridotto da misure efficaci e immediate. Per il momento, il ghiacciaio resiste e trovare l’occasione (sperando non sia l’ultima) di ammirarne tutta la bellezza, può essere anche un modo per sensibilizzare le generazioni più giovani.

Escursione al Ghiacciaio Fellaria

Il ghiacciaio può essere raggiunto affrontando un’escursione di media difficoltà lungo un sentiero, che può essere percorso anche da famiglie con bambini, purché sia chiaro l’impegno comunque richiesto. Tra ponticelli di legno, ruscelli di montagna e pozze d’acqua il dislivello del percorso non è trascurabile, ma la buona notizia è che non ci sono tratti pericolosi, pertanto la sicurezza è garantita.

La prima parte del sentiero glaciologico costeggia il lago di Campo Moro, il panorama è davvero suggestivo con una vista costante sul ghiacciaio e sul rifugio Bignami, il primo punto di arrivo per il trekking.

Lasciato il rifugio, si affronta la seconda parte del sentiero, che porta all’Alpe Fellaria attraversando il vallone lungo il Sentiero glaciologico Marson. Il paesaggio montano offre ampie distese di erba con animali al pascolo e saliescendi dolci che non impegnano troppo a livello fisico.

Infine, la terza e ultima tappa che conduce al ghiacciaio, segnalata con dei bollini di colore blu, si sviluppa all’interno di un’ampia valle formata da enormi massi erratici. A questo punto la pendenza si fa sentire, ma è l’ultimo sforzo richiesto per arrivare ai piedi del Ghiacciaio Fellaria.

Da qui non solo si può ammirare l’immensa parete di ghiaccio che sembra un tradizionale paesaggio dell'Islanda, ma anche alcune delle vette più importanti del territorio come le cime del Gruppo del Bernina da cui scendono tre diverse lingue di ghiaccio in diverse direzioni: il Ghiacciaio Palù (o Vedretta di Palù) che scende verso la Svizzera e la Val Poschiavo ed è visibile anche dal Trenino Rosso del Bernina nella tratta tra Poschiavo e S. Moritz, e il Ghiacciaio Fellaria, suddiviso in due lingue distinte separate dal roccione del Sasso Rosso, che scende verso Sud (Fellaria orientale) e verso Sud-Ovest (Fellaria occidentale).