
Ha una voce simpatica, Luca Milani, e l’atteggiamento sereno di chi ha fatto una scelta e ha tutta l’intenzione di portarla avanti, comunque vada. Mi risponde al telefono una mattina di inizio aprile, in un orario comodo per i suoi orari di lavoro. “Purtroppo oggi è brutto tempo, ma in fondo ci serve anche l’acqua.”
Il gestore del bar La Tartaruga di Fiumaretta, ad Ameglia in Liguria, non si definisce un “estremista” in fatto di ambiente, ma un semplice cittadino che vorrebbe vivere in un mondo più pulito. Per questo motivo, poco più di due settimane fa sulla porta a vetri del suo locale ha affisso un cartello:
“Non salveremo il mondo dalla plastica, ma da noi non si vende più l’acqua da mezzo litro in plastica, bensì in bottigliette di vetro a rendere.”
Una svolta a favore dell’ambiente, per combattere l’inquinamento da plastica che Luca, dal suo bar sulla spiaggia, vede ogni giorno soffocare la sabbia, il mare e il fiume. Ma lasciamo che sia lui a raccontarci meglio la sua iniziativa.
Io ho un’attività in riva al mare e non mi serve la televisione per rendermi conto dei livelli di inquinamento di cui è vittima. Io mi trovo proprio sulla foce del Magra, quindi quello che arriva dal mare e dal fiume lo vedo con i miei stessi occhi. Se vai in spiaggia e ti guardi intorno, vedi plastica e immondizia da tutte le parti, di ogni forma e dimensione. A questo aggiungi il fatto che ogni giorno sento e leggo di cose impensabili che stanno accadendo a livello globale. Così, circa un mese fa ho detto “basta” e ho deciso di provare a eliminare la plastica nel mio piccolo.
Dopo aver preso questa decisione ho subito trovato un fornitore per procurarmi le bottiglie di vetro. Pensa che non pensavo nemmeno più che fossero in commercio! Così ho sostituito tutte le bottigliette di plastica. In seguito, durante una fiera a Marina di Carrara ho trovato una ditta che commercializza prodotti biodegradabili e compostabili come piatti, forchette, cannucce, bicchierini da caffè e allora ho deciso di ampliare la mia “lotta alla plastica” dotandomi anche di questi oggetti.
Ormai sono già due settimane che ho fatto questo cambio. Certo, quando una persona entra nel bar, mi chiede l’acqua e io le metto sul bancone la mia bella bottiglietta di vetro, all’inizio la reazione è sempre un po’ perplessa, c’è un attimo di stupore perché ormai siamo abituati alla plastica. Però poi quando spiego le ragioni di questa scelta vedo che il 99% della clientela sorride, apprezza. Io poi chiedo loro gentilmente di riportarmi anche il vuoto, visto che è un vuoto a rendere. Se poi non riescono a riportarmelo perché magari sono pendolari e stanno tornando a casa, chiedo almeno che smaltiscano il rifiuto nel vetro a casa loro.
Io ho iniziato due domeniche fa a proporre l’acqua in vetro. Per avvisare la clientela di questo cambio, avevo realizzato alcuni fogli A4 da appendere all’esterno in cui spiegavo le ragioni della mia scelta. Poi una persona ha fotografato il cartello, l’ha postata sui social e quindi anche io l’ho condivisa sulla pagina del mio locale. Da lì è partito tutto. Ho ottenuto in poco tempo migliaia di condivisioni e messaggi di complimenti.
Ieri una mia collega di Fiumaretta che ha un’attività alberghiera, ha comunicato anche lei l’intenzione di sostituire le bottigliette di plastica nei frigobar delle camere con bottigliette di vetro a rendere. Un altro mio collega che ha uno stabilimento balneare, vorrebbe installarci un impianto di distribuzione dell’acqua alla spina con le borracce personalizzate del lido, così da permettere ai bagnanti di riempire le borracce a poco prezzo senza dover acquistare bottigliette. Spero di aver lanciato il sasso, anche perché in fin dei conti io non ho fatto niente di che.
Se quest’estate ci sarà bel tempo (speriamo!), in linea di massima potrei avere qualche perdita, ma non credo si tratterà di numeri rilevanti. In ogni caso in queste due settimane di “prova” mi è parso di capire che la gente sia ben disposta a un cambiamento di questo tipo. Soprattutto le persone nate quando ancora la plastica non era così diffusa, quando scoprono che dò l’acqua in vetro fanno dei sorrisi immensi, perché per loro è come un ritorno al passato. Se perdo qualche cliente amante della plastica, magari di contro acquisterò clienti che apprezzano il mio gesto.
Io indietro non torno. Ormai ho preso questa decisione e vado avanti, nel bene e nel male. Preferisco perdere qualche decina di vendite piuttosto che continuare a produrre inquinamento. Anche perché io, nell’arco di un anno, arrivo a vendere qualche migliaio di bottigliette. Smettendo di farlo, anche solo nel mio piccolo potrò dire che in un anno avrò inquinato il mondo con qualche migliaio di bottiglie in meno. Se le persone apprezzano ciò che sto facendo, è meglio per tutti ed è meglio per l’ambiente.