Il governo costruirà una base militare in un parco naturale, con i fondi del Pnrr. Ma in molti dicono no. Intervista a Giampiero Sammuri di Federparchi

Il governo italiano punta a costruire una nuova base militare all’interno del Parco di San Rossore, in provincia di Pisa. Per finanziarla, verranno usati i fondi del Pnrr, destinati a ripresa economica e transizione ecologica. In molti criticano la decisione, invitando Draghi a fare marcia indietro, e sottolineando l’importante valore naturalistico dell’area. Ne abbiamo parlato con Giampiero Sammuri, presidente di Federparchi.
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Michele Mastandrea 11 Aprile 2022
Intervista a Giampiero Sammuri Presidente Federparchi

Una nuova base militare a Coltano, all'interno dell'area del Parco di San Rossore-Migliarino-Massaciuccoli, in provincia di Pisa. Base che sarà finanziata con fondi presenti nel Pnrr, i cui teorici obiettivi sono la ripresa economica del Paese post-pandemia e la transizione ecologica. Il tutto su un'area molto più estesa di quella dove sorgeva in precedenza un centro radar, poi dismesso, e che stava venendo recuperata a fini naturalistici.

Questa la decisione del governo Draghi, pubblicata in Gazzetta Ufficiale lo scorso 23 marzo. La misura, come immaginerai, ha scatenato diverse polemiche. Il primo a reagire è stato il presidente del Parco di San Rossore, Lorenzo Bani, che si è detto anche scettico sulla possibilità di modificare la decisione: "Non si potrà fare più niente su questa cosa, solo protestare". Poi è stato il turno di Giampiero Sammuri, presidente di Federparchi. In un comunicato dell'associazione, Sammuri ha spiegato che la decisione "annullerebbe anni di lavoro per la conservazione della natura".

La base è destinata ad ospitare la sede del Gruppo intervento speciale (Gis), il reggimento paracadutisti Tuscania e il reparto cinofili di stanza a Pisa. In totale, si estenderà su 729mila metri quadri, mentre il centro radar ospitato precedentemente nel parco occupava solo 54mila metri quadri di territorio. L'area interessata inoltre è sottoposta a vincoli naturalistici e di tutela paesaggistica. Per permettere l'ok immediato alla costruzione della base, il governo ha dovuto di conseguenza dichiarare il progetto struttura di interesse nazionale, per esigenze di difesa.

Per capire le criticità della decisione presa dal governo, abbiamo intervistato proprio Giampiero Sammuri, presidente di Federparchi.

Dottor Sammuri, perché non concorda con la scelta del governo Draghi?

I parchi in Italia ammontano a poco più del 10% del territorio. Non discutiamo che sia a volte necessario anche un loro utilizzo per fini diversi da quello della conservazione della natura, ma resta il fatto che ci sia un altro 90% del territorio nazionale a disposizione. Perché un intervento simile bisogna farlo nel territorio che lo Stato ha deciso di dedicare alla natura? È un controsenso evidente. Noi da tempo facciamo anche una battaglia per vietare le esercitazioni militari nei parchi, sempre con la stessa logica. Non neghiamo il diritto di fare esercitazioni militari, non capiamo però perché doverle fare nei parchi.

Per costruire la base verrà anche usata parte dei fondi del Pnrr.

Su questo va sottolineato come i parchi siano stati considerati pochissimo nel Pnrr. Per le aree protette italiane ci sono 100 milioni di euro dedicati ai parchi e a interventi nelle aree dei parchi. Il Pnrr ha uno stanziamento complessivo di 222 miliardi, si tratta dunque dello 0,004% del totale. I fondi del Pnrr, se si vuole andare nella direzione della transizione ecologica, servirebbe impiegarli in progetti che hanno questa finalità. Ma ripeto, già l'esigua risorsa messa a disposizione dei parchi non era un bel segnale.

Dal punto di vista della biodiversità, perché è importante il parco dove dovrebbe sorgere la base?

Intanto, quando c'è un parco il presupposto è che ci sia un valore naturalistico elevato. Succede anche in questo caso. Il parco di San Rossore comprende anche l'arco costiero tra le foci dei fiumi Arno e Serchio, e ospita delle zone umide molto importanti per la presenza di uccelli svernanti e nidificanti. Addirittura, la zona che dovrebbe ospitare i lavori della base era originariamente prevista venisse nuovamente allagata. Con l'obiettivo di ricreare zone umide e ospitare dunque gli uccelli che le abitano. Negli ultimi 120 anni in Europa abbiamo perso circa il 95% delle zone umide. Sono dunque aree che andrebbero salvaguardate.

Ma è possibile che la rotta venga invertita?

La decisione è facilmente reversibile, basta che chi ha preso la decisione torni indietro. I fondi per il Pnrr si possono usare anche in altro modo, questa è una decisione su cui si può ragionare ulteriormente. Se una decisione presa è sbagliata, si può e si deve tornare indietro. Riteniamo importante che il governo, il premier Draghi o il ministero della Difesa possano rivederla. Non crediamo sia l'unico posto d'Italia per ospitare un progetto del genere, c'è come detto un 90% di territorio che non è area protetta…