
Non si fa che parlare di come lo stato di lockdown abbia migliorato la salute delle acque di fiumi, laghi, canali e mari. Pesci colorati che tornano visibili in assenza dello sporco provocato dalle imbarcazioni, meduse in mezzo a Venezia, delfini che sguazzano nei porti deserti e tanti altri effetti naturali incredibili ci hanno aperto il cuore nel corso di questo periodo immobile in cui la natura è tornata al centro. Eppure, non tutto è come sembra. Il Po, ad esempio, è rimasto esattamente come prima sebbene possa apparire un po’ più pulito. Almeno nel suo tratto torinese.
A dirlo sono i risultati delle analisi dell’Arpa Piemonte, che ogni mese preleva campioni di acqua per valutare la salute delle acque del fiume. I prelevamenti avvengono in cinque punti e vengono valutati sulla base di 180 parametri. Come spiegato dal direttore generale di Arpa, il fatto che il fiume fosse più limpido è riconducibile all’assenza prolungata di piogge che solitamente smuovono le acque rendendole più torbide, ma il livello di contaminazione è lo stesso del periodo pre-lockdown.
A volte, quindi, il cambiamento è solo apparente ed è necessario osservare più a fondo e in modo più analitico per comprendere meglio cosa sta accadendo.