Incastonato tra Europa e Asia, tra le foci dei fiumi Ural e Kuma c’è il Mar Caspio, il lago più grande della Terra. La linea costiera lunga circa 6500 km tocca cinque Paesi: Kazakistan, Iran, Azerbaigian, Russia e Turkmenistan. Queste nazioni traggono sostentamento dal Mar Caspio grazie ad attività quali pesca, turismo e risorse energetiche. Il Mar Caspio, però, sta vivendo un dramma: si sta riducendo. I livelli d’acqua scendono progressivamente sin dagli anni ‘90 e purtroppo dal 2005 questo processo si è accelerato. Attualmente il livello dell’acqua è sceso di 1.5 metri, come fa notare Matthias Prange, modellista dei sistemi terrestri presso l'Università di Brema in Germania.
Il responsabile di questo fenomeno è ancora una volta il cambiamento climatico. Come spiega Vali Kaleji, esperto di Asia centrale e studi caucasici presso l'Università di Teheran, sono 130 i fiumi che alimentano il Mar Caspio, tuttavia l’80% dell’acqua proviene dal fiume Volga che passa dalla Russia centrale e meridionale. Proprio la Russia ha costruito 40 dighe con il progetto di costruirne altre 18. Dighe che hanno ridotto il flusso d’acqua destinato al Mar Caspio.
A ciò bisogna aggiungere gli effetti del cambiamento climatico con i tassi di evaporazione in aumento e le precipitazioni insufficienti. Stando alla ricerca condotta dal team di Mathias Prange, si prevede un calo del livello del Mar Caspio da 8 a 18 metri entro la fine del secolo a seconda di quanto velocemente si riuscirà a ridurre l’inquinamento da combustibili fossili.
Altri studi ipotizzano che entro il 2100 si potranno registrare cali fino a 30 metri. Joy Singarayer, professore di paleo-climatologia presso l'Università di Reading afferma che pur volendo mantenere un certo ottimismo circa il riscaldamento globale, la parte settentrionale del Mar Caspio, quella che è la meno profonda e in modo particolare, la zona del Kazakistan, rischia seriamente di scomparire del tutto.
Il Mar Caspio ha un’importanza strategica, ecco perché la sua progressiva riduzione avrebbe gravi conseguenze non solo sull’ambiente ma anche implicazioni geopolitiche. Dal punto di vista ambientale già oggi la situazione è disastrosa per la fauna. Il Mar Caspio è popolato da centinaia di specie, tra queste c’è lo strione selvatico che è a rischio di estinzione.
L’abbassamento delle acque comporta la riduzione di ossigeno e questo potrebbe spazzare via creature frutto di milioni di anni di evoluzione. Rischio di estinzione anche per le foche del Caspio. Per quanto riguarda le implicazioni geopolitiche, ricordiamo che cinque paesi si affacciano sul Mar Caspio, tutti in competizioni per risorse che via via diminuiscono e che ognuno vorrebbe accaparrarsi.