Il nostro rapporto con la natura si è spezzato: il nuovo video di Greta sulla connessione tra ambiente, clima e pandemia

Abbiamo spezzato il nostro rapporto con la natura. Ma possiamo ancora sistemare le cose. Greta Thunberg racconta cosa stiamo facendo al mondo e come lo sfruttamento a cui lo sottoponiamo sia alla base delle pandemie.
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Sara Del Dot 31 Maggio 2021

“C’è una cosa di cui vorrei parlare: il nostro rapporto con la natura si è spezzato. Inizia così il nuovo video che vede protagonista Greta Thunberg, la giovane attivista svedese che anche questa volta ha un messaggio dedicato a tutti noi ma volto a salvaguardare il Pianeta.

Un messaggio che riguarda la connessione da tempo perduta tra noi, la nostra salute, la natura di cui facciamo parte, l’ambiente che dovrebbe tutelare per proteggere noi stessi. Un legame, quello tra crisi climatica, ecologica e sanitaria, che non riusciamo a vedere ma che dobbiamo assolutamente ripristinare. Perché, dice Greta, il 75% delle nuove malattie provengono da altri animali e sono causate dal nostro modo di allevare e crescere ciò che mangiamo, favorendo così l’effetto spillover di cui si è tanto parlato in quest’anno.

L’83% del terreno dedicato all’agricoltura è utilizzato per nutrire gli animali di cui ci nutriamo, che tuttavia contribuiscono soltanto in minima parte al nostro apporto alimentare. Il problema di questo meccanismo che è che continuiamo a sfruttare il territorio per coltivare i foraggi che nutriranno questi animali e di questo passo non solo non ci sarà più terreno a disposizione ma nemmeno cibo per noi. E questo, sottolinea Greta, non ha alcun senso.

Abbiamo industrializzato la vita sulla Terra.” Ogni cosa, ogni elemento naturale, ogni piccolo organismo è stato da noi oggetto di sfruttamento o di distruzione. E questo comporterà la fine di diverse specie che rappresentano un supporto fondamentale nella nostra esistenza. Senza contare il contributo di questi meccanismi alimentari sulle emissioni di CO2, che potremmo ridurre di 8 miliardi di tonnellate ogni anno se passassimo a un’alimentazione plant based, vegetale. Così facendo, non solo ridurremmo il nostro impatto sull’ambiente ma permetteremmo alla natura di rigenerarsi.

“Dobbiamo cambiare il modo in cui trattiamo la natura, il modo in cui la valorizziamo, dobbiamo cambiare l’intero sistema. Ricordiamoci però che noi stessi siamo motori del cambiamento, perché anche noi siamo parte della natura.”

La stessa natura che (in teoria) condividiamo con gli animali, quegli animali di cui uccidiamo oltre 60 miliardi di esemplari ogni anno esclusi i pesci.

“Gli animali hanno emozioni, sentimenti, fanno piani per il futuro, stringono amicizie durature nel tempo, si aiutano tra loro. Ma quelli che usiamo per produrre il nostro cibo vivono pochissimo e in spazi minuscoli, le loro vite non valgono nulla. Certo, sapere tutte queste cose è molto doloroso ma rappresenta anche un’opportunità per fare la scelta giusta.”