
Se l'Italia e l'Europa in questi mesi sono state impegnate a contrastare il fenomeno della siccità, il Sud-Est asiatico, più precisamente nel Pakistan, sta vivendo la situazione opposta. Il Paese è a rischio a causa dei monsoni, tipici venti dell'Oceano Indiano che spirano dal mare verso terra o viceversa.
Il Pakistan è una zona monsonica, fenomeni di questo tipo non sono sconosciuti agli abitanti del Paese. Ciò che è insolito non è il fenomeno, ma la sua durata. Gli effetti dei cambiamenti climatici infatti aumentano la frequenza delle inondazioni e le rendono più aggressive. Tutto ciò è previsto anche in alcune zone europee, come segnala la Commissione Europea.
Erano dieci anni che non si verificava una situazione del genere e i cittadini stanno assistendo all'ottavo ciclo di monsone, troppo per un Paese che ha una media di 3 o 4 cicli. In questo momento i venti stanno soffiando verso l'entroterra, generalmente questo succede nella stagione umida e piovosa, che sta durando più del previsto.
A soffrire di più a causa delle forti inondazioni è il sud della regione asiatica, dove i livelli di pioggia registrati superano di quattro volte la media, con conseguenze devastanti. Il bilancio delle vittime è di circa 1000 persone, le inondazioni hanno minacciato gravemente la vita degli abitanti, distruggendo villaggi, strade, autostrade e ponti.
Il bilancio, secondo la squadra nazionale delle Nazioni Unite, guidata dal Coordinatore residente e umanitario Julien Harneis dell'OCHAA (L'Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari in Asia e nel Pacifico, che fornisce i principali aggiornamenti sulle crisi umanitarie nella regione) è di "33 milioni di persone colpite in 116 dei 160 distretti del Paese. Oltre 993.000 case, 157 ponti, più di 3.500 chilometri di strade danneggiati e più di 700.000 capi di bestiame perduti". I fiumi e le dighe sono ai livelli limite e le condizioni si aggraveranno, secondo gli esperti.
La situazione è tale che questo fenomeno è stato definito dagli analisti come il "monster monsoon", ovvero un monsone mostruoso a tal punto che la provincia meridionale del Sindh ha chiesto al governo centrale un milione di tende, come la provincia del Belucistan, che ne ha già richieste centomila.
Nel frattempo il primo ministro Shehbaz Sharif si è recato nelle zone colpite dalle inondazioni. Nowshera, Charsadda e Mohmand Dam sono le aree più devastate e sono già iniziate le operazioni di soccorso per le vittime. In un tweet il primo ministro ha ricordato l'importanza del Fondo Monetario Internazionale, pur volendo comunque procedere verso un orizzonte di autosufficienza.
Anche la Ministra per il Climate Change Sherry Rehman ha commentato la situazione devastante, parlando di qualcosa di "totalmente diverso da qualsiasi media. Una piccola città del Sindh ha ricevuto oltre 1700 mm di pioggia in un giorno (Padidan, vicino a Naushero Feroze). Una cosa inaudita, ovunque".
Rehman ha spiegato inoltre che il riscaldamento globale sta causando lo scioglimento dei ghiacciai nel nord del Paese, rendendo più violente le precipitazioni. Il Pakistan è il Paese con più ghiacciai al di fuori delle regioni polari (7.532), questo lo rende uno dei Paesi più esposti agli effetti dei cambiamenti climatici.