Il pericolo ambientale e sanitario delle cartucce in piombo usate per la caccia: il WWF chiede una legge

Vietato nella produzione di diversi oggetti e prodotti di uso comune, il piombo è ancora utilizzato nei pallini e nelle cartucce impiegati per l’attività venatoria. Ma l’inquinamento provocato dalla sua dispersione in ecosistemi anche fragili è dannosissimo sia per l’ambiente che per la nostra salute. Per questo, il Wwf ritiene sia necessaria una legge apposita.
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Sara Del Dot 18 Novembre 2020

Se pensavi che le morti causate dalla caccia fossero esclusivamente quelle degli animali colpiti, ti sbagliavi. Devi sapere, infatti, che i pallini di piombo utilizzati dai cacciatori per portarsi a casa il bottino (o per divertirsi) provocano danni ancora più gravi della morte della selvaggina. Infatti, il piombo è un materiale estremamente tossico, in grado di avvelenare gli ecosistemi in cui viene lasciato e addirittura le falde acquifere da cui proviene l’acqua che beviamo. Non a caso, nel corso degli anni è stato bandito da tutti i prodotti di uso comune in cui era presente, a causa del suo elevato grado di tossicità. Tuttavia, continua a essere utilizzato come materiale per realizzare le cartucce da caccia. Un uso che implica automaticamente una sua irrecuperabile dispersione nell’ambiente. Così, il conto finale delle vittime della caccia risulta molto più alto della scia di creature impallinate.

A lanciare l’ultimo allarme è proprio il WWF che all’interno del suo rapporto “Cartucce avvelenate” espone le problematiche che possono essere causate da questa dispersione incontrollata di piombo, chiedendo normative più stringenti che ne regolino l’utilizzo.

Cartucce di veleno

L’utilizzo del piombo come materiale per le cartucce provoca una dispersione di questo metallo tossico in ambienti anche delicati come le zone umide, che sono luoghi di caccia di diverse specie. Ciò significa che in tutti i luoghi in cui si praticano attività di caccia, anche quelli con ecosistemi particolarmente delicati, è presente una quantità di piombo non indifferente, che provoca la morte indiretta degli animali che lo ingeriscono, avvelenamento delle acque e anche danni alla salute umana a causa della contaminazione delle falde acquifere. Solo nelle zone umide europee, si legge nel rapporto, vengono disperse tra le 1400 e le 7800 tonnellate di piombo ogni anno.

Morti indirette

Gli uccelli, ad esempio, ingeriscono direttamente i pallini perché abituati a beccare i sassolini. Per uccidere un volatile come un’anatra, sono sufficienti due o tre pallini ingeriti. Nelle zone umide europee si stima che siano almeno 1 milione gli uccelli che muoiono a causa dell’avvelenamento da piombo, mentre fino a 3 milioni possono subire conseguenze di salute gravi. I predatori come i rapaci, invece, possono ingerirlo attraverso gli altri animali di cui si nutrono, che possono esserne stati colpiti oppure averne ingerito una quantità. Considerate le dinamiche di questo tipo di avvelenamento, è normale considerare che a essere colpiti da piombo possono essere anche specie protette o particolarmente fragili, dal momento che è impossibile tutelarle dall’esposizione a una sostanza già dispersa in natura.

I pericoli per l'uomo

La salute umana, naturalmente, non è esente dai pericoli provocati dall’avvelenamento da piombo. Infatti, trovandosi in cima alla catena alimentare l’uomo si trova esposto a questo materiale in tre modi diversi:

  • mangiando animali che, a forza di mangiare altri animali, hanno accumulato piombo nei loro organismi
  • mangiando animali in cui sono presenti micro-frammenti a causa dell’attività di caccia
  • bevendo acqua proveniente da falde acquifere contaminate perché provenienti da zone umide in cui si praticano attività di caccia

Tuttavia, il piombo derivante dalle attività di caccia può arrivare a noi anche in seguito al suo accumulo nei terreni in cui poi viene assorbito dalle piante entrando nel processo di produzione agricola. E anche se le quantità che arrivano a noi possono essere minime, non importa. Perché una volta entrato nel nostro corpo, non c’è una soglia minima di questo materiale che possa essere considerata come sicura. Soprattutto per quanto riguarda i bambini e le donne in gravidanza.

E la legge?

Preso atto di una situazione ormai chiaramente definibile estremamente pericolosa per l’ambiente e per la nostra salute, ti verrà spontaneo chiederti cosa stia facendo la legge per proteggerci.

I primi passi verso un progressivo abbandono dell’uso del piombo nelle attività di caccia è stato fatto anni fa, quando l’Italia ha ratificato nel 2006 un accordo internazionale per eliminare il piombo nelle attività di caccia. Anche nel 2014 la convenzione di Bonn ha scelto di bandire il piombo dalle attività di caccia. Eppure l’adeguamento pare più incespicante del previsto. Che si sia resa necessaria la realizzazione di una legge italiana ad hoc?