Il “piano Colao” invoca una rivoluzione verde per far ripartire l’Italia post-Covid (almeno sulla carta)

Nel rapporto per il Presidente del Consiglio realizzato dalla task force guidata da Vittorio Colao viene dedicato ampio spazio alla green economy e allo sviluppo sostenibile. Il punto però è che si tratta solo di proposte per il rilancio del paese di fronte alla recessione causata dalla pandemia: le decisioni concrete spettano ora al governo.
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Federico Turrisi 9 Giugno 2020

La ripresa economica del paese non può prescindere dal tema della sostenibilità sociale e ambientale. È questo uno dei messaggi centrali del rapporto per il Presidente del Consiglio "Iniziative per il rilancio Italia 2020-2022" (ribattezzato dai media "piano Colao"), realizzato dal comitato di esperti in materia economica e sociale voluto dal governo e guidato dal manager Vittorio Colao. Si tratta di un documento di 53 pagine, con un totale di 102 proposte. Alla sua elaborazione hanno contribuito anche un economista che ha approfondito il tema dello sviluppo sostenibile come il portavoce dell'Asvis Enrico Giovannini e una figura legata al mondo dell'ambientalismo come la presidente del Wwf Italia Donatella Bianchi.

La centralità della questione ambientale è stata riconosciuta dalla task force di esperti; uno dei tre assi di rafforzamento individuati nel rapporto è infatti la cosiddetta rivoluzione verde, i cui obiettivi sono "proteggere e migliorare il capitale naturale di cui è ricco il Paese, accrescere la qualità della vita di tutti e generare importanti ricadute economiche positive nel rispetto dei limiti ambientali". Si legge nel documento che sostenibilità ambientale e benessere economico non sono in contrapposizione e che l'Italia avrebbe delle grandi potenzialità nell'ambito della green economy. Ma siamo ancora in ritardo e occorrono investimenti per accelerare la transizione ecologica del Paese.

Tra i progetti e le iniziative avanzate dal comitato di esperti un intero capitolo è dedicato alla voce "infrastrutture e ambiente". Al suo interno troviamo l'ammodernamento delle infrastrutture energetiche e idriche, la predisposizione di un piano di salvaguardia del patrimonio ambientale e il finanziamento della riconversione sostenibile delle infrastrutture di trasporti e logistica. Nel dettaglio si propone di:

  • definire un piano a lungo termine di decarbonizzazione, con l'esplicito obiettivo di raggiungere la carbon neutrality entro il 2050, come previsto dal Green New Deal dell'Unione Europea;
  • favorire l'efficienza energetica e accelerare la transizione dalle fonti fossili a quelle rinnovabili;
  • incentivare l'economia circolare per quanto riguarda la gestione dei rifiuti e delle acque reflue;
  • definire un piano di investimento finalizzato ad aumentare e preservare le aree verdi, il territorio e gli ecosistemi naturali (per esempio finanziando la bonifica dei siti inquinati), e rendere prioritario il contrasto al consumo di suolo e al conseguente dissesto idrogeologico;
  • aumentare le risorse da destinare al trasporto pubblico locale e incentivare lo sviluppo capillare di infrastrutture per una mobilità sostenibile (per esempio postazioni di ricarica per i veicoli elettrici);
  • pianificare investimenti e finanziamenti a favore della ciclabilità, potenziando l'infrastruttura ciclistica e incoraggiandone l'utilizzo;
  • predisporre un piano su scala nazionale per la logistica merci, con un focus sull’ammodernamento dei porti e sull’espansione della rete ferroviaria.

Adesso la palla passa al governo, che esaminerà le proposte. Chiaramente il rapporto preparato dagli esperti guidati da Colao non è vincolante e il rischio che i buoni propositi rimangano solo sulla carta c'è. Il premier Giuseppe Conte ha definito le proposte "spunti tecnici, niente di più", mentre l'Istituto Bruno Leoni critica la disomogeneità ("l’impressione è che si tratti più di un collage di proposte indipendenti le une dalle altre che di un progetto organico per accelerare la ripresa economica") e l'impostazione del documento ("l'Italia non è un'azienda e il governo non è un consiglio di amministrazione"). Staremo a vedere, ma di certo il paese ha bisogno di una rotta precisa e una ripartenza in chiave sostenibile non può che essere una necessità.